Le cause della contraffazione cinese sono varie: la fisiologica tendenza all’imitazione dei prodotti, l’effetto moltiplicatore sul prezzo del brand, processi e modelli di consumo, la sottoccupazione, l’urbanizzazione, il basso costo della manodopera, l’assenza totale della previdenza sociale, povertà e degrado sociale, la mancanza di stabilità economica e sociale quali un posto sicuro o una busta paga, la politica monetaria volta al mantenimento al ribasso del valore della moneta, i sussidi statali alle esportazioni, la scarsa pressione tributaria (in Cina pari al 20% contro la media UE del 45%).
Tale degradante scenario si attenua alla luce dell’interessamento di investimenti esteri che aumentano il PIL dando spiegazione alletti gli ambiti di contraffazione che con gli investimenti stranieri permette di importare anche il know-how per le future produzioni anche al di fuori della contraffazione.
I governi europei hanno tutto l’interesse a tutelare i loro produttori influenzando politiche mirate a ridurre i sopraccitati motivi che alimentano la contraffazione che altrimenti genererebbero sul mercato controllato dai produttori europei dumping sociale, perdita di tecnologia e di tutela dei lavoratori e generale impoverimento del contesto socio-economico. I consumatori-lavoratori europei dovrebbero dal canto loro iniziare a fare consumi etici, rinunciando consapevolmente ai vantaggi immediati e circoscritti del più basso costo del prodotto contraffatto.
|