L'angolo del professional consumer
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Cina e contraffazione
Come proteggere il "made in Italy"? |
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In questa prospettiva emerge l’apparente contraddittorietà per cui da un lato si promuovono gli investimenti occidentali in Cina e dall’altro si realizzino politiche volte a proteggere le produzioni europee oggetto di export verso l’oriente rispetto al flusso inverso dell’import. Ad esempio sono in corso trattative tra l’Ufficio brevetti italiano e il corrispondente cinese per arginare il fenomeno contraffazione che molto preoccupa il “made in Italy”.
Intanto in Cina si sono approntate misure in grado di limitare una crescita spropositata dell’inflazione dovuta al passaggio da un sistema economico socialista e chiuso, ad uno più liberista, fenomeno già visto in Russia. La ricetta cinese in questo senso è di aver applicato una crescita dei prezzi a “due velocità”. Per un lasso di tempo relativamente lungo le quote prodotte dalle imprese cinesi secondo i vecchi standard furono prezzate secondo il sistema di controllo del governo e solo i quantitativi che eccedevano le suddette quote vennero messo sul libero mercato. Il sistema a due velocità venne quindi abbandonato appena la struttura socio-economica del paese fu in grado di sostenere prezzi da libero mercato. Si noti come questa apertura fa sì che la Cina apra nuovi sbocchi commerciali a livello internazionale al punto che nel 2003 ha comperato ed utilizzato il 40% della produzione mondiale di cemento favorendo quindi i maggiori produttori tra i quali il Basile, la Russia e l’Australia·.
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