L'angolo del professional consumer
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Cina e contraffazione
Bassi costi di produzione |
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Prima di approfondire il discorso è indispensabile focalizzare come il paese stia vivendo una lenta evoluzione sociale ed economica volta ad un maggior liberismo accompagnato dal dato più cruciale del sistema produttivo: ovvero il più basso costo di produzione.
Tutto ciò si compenetra perfettamente con la progressiva delocalizzazione delle realtà produttive dei paesi occidentali che oramai da anni cercano di ridurre i costi d’azienda spostando le fabbriche verso il continente asiatico facilitati inoltre dai bassi costi di trasporto delle merci lavorate .
Altro interesse occidentale verso la Cina è da addebitarsi alla politica monetaria praticata dal colosso asiatico che tiene un basso valore della moneta che permette da un lato alla Cina di essere uno dei migliori clienti dei bonds americani, il cui introito copre in modo considerevole il deficit di bilancio U.S.A., e dall’altro permette costi di produzione molto bassi accompagnati come già ricordato dal di per sé già basso costo della manodopera dovuta alla mancanza totale di previdenza sociale e dei più comuni diritti dei lavoratori.
Politicamente i governanti cinesi stanno cercando di dare un’immagine sempre più moderna ed occidentale compiendo inevitabili scivoloni sui diritti civili (si veda la questione tibetana, la condizione dei carcerati e soprattutto dei dissidenti politici), nonché il le relazioni con le repubbliche ribelli quali Taiwan. La già citata volontà di apertura al mercato ha comportato oltre ai vantaggi dell’economia capitalistica anche i primi svantaggi quali l’aumento della disoccupazione, fenomeno pressoché sconosciuto nel sistema socialista. Tra il 1998 e il 2002 si è registrato un crescente livello di disoccupazione che ha toccato il 10%·.
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