Sono tempi duri, tempi di crisi economica e povertà in espansione. Ma fortunatamente certe iniziative ci ricordano che la solidarietà sociale e l'aiuto reciproco all'interno della collettività non sono del tutto spariti. È il caso del "bollito solidale" iniziativa intrapresa dal ristorante "Il Grappolo" (Via Cigliano angolo Corso Belgio, Torino). Lì, dal martedì al sabato, tra le 17 e le 18, vengono distribuite circa venti vaschette da trecento grammi (equivalenti a due porzioni) di bollito misto pronto per il consumo, al prezzo simbolico di un euro. Abbiamo intervistato il titolare, Mario Sasso.
Quando è partita quest'iniziativa? E cos'è che l'ha fatta scattare?
Abbiamo cominciato già parecchi mesi fa, verso marzo. Non si parlava ancora di recessione, ma non era difficile capire che il numero di persone in difficoltà stava aumentando. In particolare, ricordo che un giorno, andando al mercato, ho visto un mio cliente, che conoscevo da una vita, razzolare nell'immondizia. Per non metterlo in imbarazzo ho aspettato un po', e l'ho raggiunto qualche minuto dopo, mentre si allontanava. Chiacchierando, è venuta fuori una situazione di grave disagio: la moglie ammalata, la pensione bassa, i soldi che non bastano mai. E mi ha colpito in particolare una sua frase: "Non ricordo più il gusto della carne". Da lì ho cominciato a pensare a cosa potevo fare nel mio piccolo, senza inserirmi nel circuito associazionistico che si occupa del problema a tempo pieno.
In effetti un euro per una porzione di bollito è un prezzo molto basso...
Diciamo pure simbolico. Ma mi facilita le cose sul piano fiscale, perché in questo modo ogni cosa figura come una regolare vendita. Tutto ciò è comunque possibile perché c'è una grande abbondanza di tagli poveri di bovino, che costano poco e sono adattissimi proprio per il bollito misto. Insomma, non è un sacrificio insostenibile da parte mia, ma costituisce un aiuto concreto per chi si trova in condizioni economiche problematiche, specie pensionati.
L'iniziativa ha avuto successo? Si è sparsa la voce?
Sì, naturalmente in molti hanno usufruito di questo servizio, e a quanto sono riuscito a capire non solo persone del quartiere, ma di tutta Torino. Questo anche perché diversi giornali ne hanno parlato. Ma in definitiva non credo che questa attenzione mediatica abbia giovato. Da quando i media si sono concentrati sulla cosa, credo che in tanti si siano sentiti troppo sotto i riflettori e per pudore abbiano rinunciato a venire.
Ha ricevuto segni di apprezzamento da parte delle autorità comunali?
No, ma non ne ho neanche cercati. Ciascuno, i cittadini come le istituzioni, deve cercare di fare del bene nelle proprie possibilità, al proprio livello. Io ci provo con il mio ristorante.
Fino a quando andrà avanti l'iniziativa?
Non ho fatto alcun progetto preciso. Se la cosa dovesse prendere una piega sbagliata, venendo strumentalizzata per altri fini, allora interromperò tutto immediatamente. In caso contrario, fino a quando registreremo una risposta positiva e ci sarà possibile continuare a dare una mano, sarò ben contento di andare avanti.