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Cittadinanzattiva su riforma intramoenia

Basta con i privilegi ingiustificati, pensiamo alle liste di attesa
  26/04/2004

“Neanche un euro in più per l'intramoenia, investiamo piuttosto nella riduzione dei tempi di attesa. Ci piacerebbe capire come si pensa di giustificare l'estensione dei benefici economici per la indennità di esclusività a tutti i medici, nel momento stesso in cui si propone la cancellazione delle norme per le quali quegli stessi benefici sono stati introdotti” Queste le dichiarazioni di Stefano Inglese, segretario nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, in merito alle modifiche delle norme sulla esclusività di rapporto dei medici presentate oggi al Senato, in Commissione Igiene e Sanità. “E' già difficile spiegare agli italiani per quale ragione si siano spesi così male sino ad oggi”, ha continuato, “quei tremila miliardi di vecchie lire di risorse pubbliche, alle quali si devono aggiungere millequattrocento miliardi di parcelle pagate direttamente dai cittadini, a fronte di soli centottanta miliardi di incassi per le aziende sanitarie. Ogni medico ha ricevuto, per l'esclusività di rapporto, un incremento annuo medio della propria retribuzione pari a diciotto milioni di vecchie lire, un dirigente di struttura complessa sino a trentaquattro milioni. Non ci sembra che i risultati giustifichino l'investimento, tanto meno la sua estensione. Ci sono sicuramente molte cose da cambiare in materia di esclusività di rapporto, ma non esattamente quelle annunciate. Il doppio binario per i cittadini, costretti a liste di attesa di alcuni mesi pagando i ticket e di qualche giorno, se non di qualche ora, se si paga per intero la visita in intramoenia, non può più essere accettato”. “Si metta sotto controllo l'attività istituzionale di reparti e
professionisti, si reintroducano i tetti per l'attività libero-professionale facendoli rispettare, e soprattutto non si consenta l'esercizio della libera professione in presenza di liste di attesa. Si aumenti la trasparenza del sistema, a partire dalla distinzione tra i centri di prenotazione per le prestazioni nei due regimi, e si ritorni all'esercizio della libera professione all'interno delle strutture, ponendo fine alle tante proroghe che hanno consentito alla gran parte dei professionisti di continuare ad esercitare nei propri studi invece che all'interno delle strutture ospedaliere, come si voleva con la riforma. “Si punti, in altre parole”,ha quindi concluso Inglese, “ad una esclusività di rapporto vera, a partire dalla attuazione di quanto le norme esistenti già prevedono. In caso contrario bisognerà incominciare a pensare a norme più drastiche, altro che ritorni al passato.”

Ufficio stampa Cittadinanzattiva onlus
0636718302 - 408 - 351 - 407
www.cittadinanzattiva.it

commenti

14/07/2006 23:41 - 
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