Gli italiani non risparmiano più. Secondo l'Ocse, se negli anni Sessanta le famiglie italiane riuscivano a risparmiare circa il 34% del loro reddito, nel 2002 i risparmi si sono dimezzati e hanno toccato il 16%. Secondo l'Eurispes 6 italiani sui 10 non riescono più a risparmiare. Tale tendenza è stata confermata dall'indagine dell'Acri, l'associazione delle Casse di Risparmio: solo il 38% del campione ha detto di essere riuscito a mettere qualcosa da parte nel 2003, mentre il 43% ha dichiarato di aver consumato tutto il reddito disponibile e il 15% addirittura di aver eroso i risparmi accumulati nel passato. Secondo l'ultimo rapporto Bnl-Centro Einaudi il 45% degli italiani dichiarano di non essere riusciti a mettere via un solo euro nell'ultimo anno. Nel sondaggio promosso da “Il Sole 24 ore”, alla domanda “Nel corso del 2004 riuscirà a mettere da parte qualcosa?”, il 67% (2 italiani su tre!) ha risposto di no. Rispetto agli anni precedenti, poi, il 46% ha dichiarato che la propria quota di risparmio diminuirà. Aumentano gli scoperti di conto corrente e aumenta la propensione all'indebitamento delle famiglie italiane: secondo un rapporto Assofim-Crif-Prometeia tale propensione ha raggiunto il 32% (rapporto tra totale dei prestiti e reddito disponibile).
Siamo, dunque, in presenza di un processo di impoverimento del ceto medio. Le cause sono molteplici. Intanto la forte perdita del potere d'acquisto verificatasi successivamente all'introduzione dell'euro, perdita che negli ultimi 24 mesi si aggira intorno ai 3030 euro per famiglia. La colpa del “caro-vita” non è certo addebitabile all'euro in quanto tale, ma agli “euro furbi”, a coloro che hanno trasformato le mille lire in euro, approfittando della totale assenza di sanzioni. Il Governo non ha neppure voluto accogliere la richiesta avanzata dalle associazioni dei consumatori di imporre la “doppia prezzatura”, un accorgimento minimo, che avrebbe disincentivato qualche speculatore e aiutato i consumatori a fare meglio i conti. Altra causa che è alla base del depauperamento del ceto medio è rappresentata dai crack Parmalat, Cirio e Argentina. Stimiamo che Il dramma del “risparmio tradito” ha coinvolto circa 830.000 italiani, per un totale di 37,20 miliardi di euro: 450.000 i risparmiatori truffati dai bond argentini, 135.000 da Parmalat, 73.500 da Bipop-Carire, 100.000 dai prodotti della Banca 121 (My Way e For You), 35.000 da Cirio, 25.000 da Finmatica, 6.500 da Giacomelli...Un dramma conseguente alla «Caporetto del sistema di vigilanza» (come ha intitolato “Il Sole 24 ore” e al conflitto di interessi che coinvolge banche, imprese e società di revisione. Inoltre, ad accrescere il malessere delle famiglie italiane contribuiscono anche altri fattori importanti, come i cambiamenti del mondo del lavoro (con la diminuzione del lavoro dipendente e tutelato e la crescita dei lavori atipici e flessibili) e la pressione fiscale sempre più onerosa, anche a causa dei tagli operati dalle ultime leggi finanziarie che hanno scaricato sugli enti locali costi e oneri, costringendoli ad aumentare tasse e tariffe.