Le molte facce del pomodoro
Etichetta obbligatoria |
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A ottobre la stampa ci aveva riferito dell’arrivo di pomodoro concentrato dalla Cina. La notizia, se vista dalla parte europea, appare come “l’ennesimo pericolo di invasione di proditti cinesi”. In ogni caso un dato confortante dal 15 giugno 2006: sullla confezione della passata di pomodoro dovrà essere apposta apposita etichetta ove dovrà essere indicata la zona effettiva di coltivazione del pomodoro fresco utilizzato, ovvero la Regione oppure lo Stato. Lo stabilisce un nuovo Decreto, entrato in vigore il 14 giugno 2006.
Proviamo però ad osservare il “fenomeno pomodoro” con gli occhi del contadino del Ghana.
In Ghana non ci sono protezionismi, né quote, né aiuti comunitari. La concorrenza viene fatta dai prodotti europei. Qui il pericolo non si chiama Cina, bensì Europa.
Il Ghana, negli anni passati, aveva investito moltissimo nella coltura del pomodoro, costruendo impianti di irrigazione ed industrie per la conservazione. Per un po’ di anni è andata bene. Il Fondo Monetario Internazionale finanziava, ma poi il WTO ha costretto il Ghana ad abbassare i dazi. Ecco allora che il Ghana è stato invaso dai pelati dell’Europa.
Allora, non sarebbe forse meglio eliminare ogni forma di sussidio e lasciare il mercato in mano alla concorrenza? Se poi non si riesce a coltivare pomodoro, si può coltivare colza, canapa, cotone o kenaf, colture queste certamente più convenienti se si considera che potrebbero sostituire il petrolio.
ACU Piemonte
19/06/2006
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