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Caro-prezzi: la posizione del Movimento Consumatori

Meno demagogia e più azioni concrete
  11/02/2004

Il Movimento Consumatori non ha aderito allo “sciopero della spesa” proclamato da alcune associazioni di consumatori in quanto iniziativa del tutto estranea alla cultura consumerista della nostra associazione. Lo sciopero dei consumatori costituisce in realtà la passiva accettazione del ruolo subalterno dei consumatori rispetto a quella produzione che lo sciopero degli acquisti vorrebbe colpire.
Scopo della produzione dovrebbe essere soddisfare i bisogni dei consumatori mentre sembrerebbe che anche per i promotori dello sciopero il consumo serva a “far girare l’economia” (come un celebre spot vorrebbe far credere ai consumatori più ingenui). Secondo questo principio gli italiani sono stati invitati a scioperare contro il caro prezzi, evidentemente nella convinzione che consumare sia prima di tutto fare un piacere a commercianti e produttori.
In realtà uno sciopero serio dovrebbe avere una controparte identificabile e una rivendicazione ben definita, mentre lo sciopero dei consumi è stata una iniziativa meramente politica finalizzata a dare visibilità a promotori ed aderenti. L’adesione allo sciopero data dall’Ascom di Torino è la migliore testimonianza della assoluta indeterminatezza degli scopi dello sciopero, tant’è che anche una potenziale controparte ha potuto aderirvi senza che i promotori siano stati capaci di cogliere gli aspetti paradossali in cui stava cadendo l’iniziativa. Del resto uno sciopero che chiedeva ai consumatori di anticipare gli acquisti al giorno prima o rimandarli al giorno dopo non poteva che finire con l’adesione dei commercianti.
In realtà per fare diminuire i prezzi e spendere meno (ma meglio) servirebbe una vera “rivoluzione dei consumi”, intesa come capacità dei consumatori di consumare in modo critico ed intelligente per 365 giorni all’anno:
-boicottando gli operatori commerciali che hanno approfittato del disorientamento dovuto al passaggio all’euro per attuare l’ormai famosa equazione 1000 lire = 1 euro;
-diffidando dalle pubblicità che anziché dare informazioni utili e veritiere sul prodotto puntano tutto sull’immagine (e il cui costo incide pesantemente sul prezzo finale dei prodotti);
-mettendo in discussione stili di vita e di consumo che privilegiano la quantità dei consumi sulla qualità della vita;
-sostenendo le associazioni di consumatori che anziché chiedere deleghe in bianco (magari per regalarle ai propri sindacati) per inutili tavoli di concertazione, mettono al centro della propria azione il ruolo attivo del consumatore, che deve essere informato a aiutato a scegliere e non espropriato dei propri diritti come un “minorato” da mettere sotto tutela.
Il Movimento Consumatori Piemonte auspica, in conclusione, che il dibattito in corso possa proseguire senza i contenuti di forte demagogia che lo hanno contraddistinto fino ad oggi, entrando nel merito delle singole proposte e verificandone la fattibilità pratica e la compatibilità con le regole dell’economia e del mercato e non con quelle dell’informazione spettacolo.
Fonte: Movimento Consumatori Piemonte

commenti

01/03/2007 03:47 - 
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01/03/2007 03:36 - 
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