Il binomio vacanze-aumento del prezzo dei carburanti non trova giustificazioni con i recenti aumenti del prezzo del petrolio. I carburanti in vendita ora, infatti, sono stati comprati quando il petrolio era a prezzi molto più bassi.
Il rischio è che a Natale, altro periodo di massimo consumo, gli automobilisti si trovino di fronte ad un altro forte aumento. A nulla servono eventuali riduzioni estemporanee dell’azienda di stato (ENI) dettate solo dalla spinta delle polemiche.
Le motivazioni dell’aumento sono, quindi, in larga parte altre:
dalla speculazione dei prezzi ai costi di trasporto (alcune delle principali raffinerie sono ubicate in Sicilia e Sardegna); dalla mancanza di concorrenza, alla scarsa vendita di prodotti diversi dal carburante (20% del totale dei ricavi rispetto all’80% di altri Paesi), al diverso sconto previsto per i distributori (più basso rispetto a quello concesso alla grande distribuzione).
Il problema, quindi, deve essere affrontato in maniera organica e non con misure tampone, prese sull’onda dell’emotività.
Ecco, ad avviso di Adiconsum, alcune misure da adottare:
sviluppo della concorrenza. Ancora il 1° agosto scorso, sei compagnie su otto consigliavano lo stesso prezzo per il gasolio e il 3 agosto cinque compagnie consigliavano lo stesso prezzo per la benzina;
monitoraggio dei prezzi. Senza prevaricare i diritti e le tutele dei lavoratori e dei gestori, si dovrà avviare la revisione delle leggi regionali relative all’apertura di nuovi esercizi e all’orario, all’apertura delle pompe presso i centri commerciali, all’installazione impianti polifunzionali, allo sviluppo dei self-service;
eliminazione delle sovrattasse. Il Governo potrebbe iniziare ad agire facendo la sua parte, eliminando una serie di sovrattasse storiche che pesano per circa cinque centesimi al litro (dalla guerra di Abissinia, ai terremoti del Belice e dell’Irpinia, all’alluvione di Firenze, alle missioni di pace, al contratto degli autofilotranviari, ecc.);
determinazione periodica e non giornaliera del prezzo. Questo per evitare i picchi di prezzo rapidissimi nel salire, ma lentissimi nello scendere;
riduzione del peso fiscale. Tuttora è ancora superiore al 60%. Anche tenendo conto dei vincoli europei sull’IVA, è possibile una manovra di controtendenza sulle accise.
Adiconsum chiede al Governo di intervenire, prima della stagione fredda, anche sul gasolio da riscaldamento che in Italia costa due terzi in più (circa 50 cent) rispetto alla media europea.
6 agosto 2007
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