In Piemonte ogni giorno oltre un milione e seicentomila persone salgono sui treni per raggiungere scuole, università, posti di lavoro.
Ritardi e soppressioni, treni sovraffollati, carrozze vecchie e sporche, orari che non coincidono con autobus locali, stazioni non presidiate e, quando aperte, con servizi inefficienti, mancanza di parcheggi, costi sempre più alti a fronte di nessun miglioramento del servizio: sono questi i problemi che lamentano i cittadini che ogni mattina scelgono il treno per muoversi.
Con il Decreto Legislativo del novembre 1997, che ha dato vita alla prima regionalizzazione del trasporto pubblico locale, delegando alle Regioni i compiti amministrativi e di programmazione di tutti i servizi ferroviari si pensava di contribuire alla soluzione del problema, ma in realtà nulla è cambiato.
Le Regioni finanziano il trasporto ferroviario a risorse assegnate loro dallo Stato, risorse peraltro non più adeguate a partire dal 2007 a fronte di un bilancio costantemente in rosso di Trenitalia e FS, interlocutore unico della Regione.
La debolezza del sistema ferroviario italiano è proprio nella sua architettura societaria, poiché la separazione tra il gestore della rete e il principale operatore di trasporto è solo teorica: Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia sono infatti parte dello stesso gruppo con a capo Ferrovie dello Stato Holding, posseduta al 100% dal Ministero dell' economia e delle finanze
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