Un chilo di clementine italiane, a Berlino, costa al dettaglio 60 centesimi, meno che a Roma, Torino, Milano o Napoli. Ma non sono solo i mandarini nostrani ad avere un prezzo più conveniente, nella capitale tedesca sono numerosi i prodotti ortofrutticoli italiani a costare meno che da noi. Un paradosso dei prezzi causato dai troppi passaggi dal campo alla tavola che caratterizzano il nostro Paese. Mentre un prodotto che viaggia verso l'estero compie solo tre passaggi, dal produttore all'esportatore, al negoziante locale, nel Belpaese i passaggi salgono a sette, e il prezzo di un prodotto ortofrutticolo può aumentare anche di 20 volte, fino a raggiungere livelli record. Uno di questi prodotti è proprio la clementina, che in Italia al produttore viene pagata 0,15 euro, mentre al consumo supera 2,00 euro al chilo. Una crescita abnorme che mostra tutta la complessità e la farraginosità della filiera. A rimetterci, come sempre, sono i consumatori che hanno ridotto i consumi e non arrivano a fine mese. Come ridurre la filiera e contenere i prezzi?
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