L'occhio del Grande Fratello ci scruta e registra i nostri movimenti. Quando facciamo shopping con la carta di credito o quando telefoniamo, i nostri spostamenti sono tracciati dai satelliti e dalle telecamere a circuito chiuso che ci videoregistrano. Il numero delle informazioni raccolte ed immagazzinate dai nuovi mezzi tecnologici è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni di pari passo con lo sviluppo di internet. Per questa ragione la percezione dei consumatori di questi mezzi tecnologici è che la propria privacy sia limitata. E hanno ragione se è vero che l'anno scorso una cittadina italiana aveva verificato che inserendo il proprio nome nel motore di ricerca Google apparivano informazioni su un procedimento penale avviato nei suoi confronti per reati per i quali era stata assolta. Per risolvere il problema è intervenuto il Garante per la Privacy che ha sollecitato i motori di ricerca ad aggiornare le informazioni presenti in rete, una missione in realtà colossale e praticamente impossibile. Il diritto delle persone ad essere rappresentati su internet con informazioni esatte deve però essere sempre garantito. In alcuni casi infatti il rischio è di arrecare seri danni agli interessati.
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