Il crack della Parmalat risale al mese di dicembre 2003. L'ottavo gruppo industriale italiano con 36mila dipendenti e 139 stabilimenti nel mondo subisce un crack che colpisce anche parmatour e parmacalcio, sommando debiti per oltre 14 miliardi di euro. In Italia gli investitori danneggiati sono circa 150mila e i piccoli risparmiatori costituiscono il 58% degli obbligazionisti. Dopo più di tre anni dal crack che cosa è cambiato per le vittime del fallimento? Si aprono adesso dei timidi spiragli per chi spera di recuperare i soldi persi e una delle prime cause collettive, class action, avviata negli Stati Uniti ha portato alla costituzione di un fondo vincolato di 50 milioni di dollari, destinato al risarcimento di tutti coloro che acquistarono azioni ordinarie e obbligazioni Parmalat tra il 5 gennaio 1999 e il 23 dicembre 2003. Ad oggi non è possibile stabilire con certezza quando avverà la distribuzione di queste somme e a quanto ammonterà l'importo dei rimborsi, che potranno essere più o meno cospicui a seconda anche del numero all'accordo che verranno formalizzate nei prossimi mesi. Nell'attesa che vengano comunicati maggiori dettagli sulla class action statunitense, novità giungono anche dall'Italia: due società coinvolte nei processi penali a Milano hanno ricevuto il consenso dei PM a patteggiare una pena pecuniaria in cambio di un riconoscimento, a favore degli obbligazionisti che si sono costituiti parte civile in quei procedimenti, pari all'1,4% delle somme originariamente investite. Chi ha investito 5mila euro potrebbe ricevere la miseria di 50 euro e le associazioni dei consumatori protestano.
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