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Intervista al dott

INTERVISTA AD ALESSANDRO DI BENEDETTO
Presidente Regionale dell’ADUSBEF – associazione a difesa dei consumatori


ADUSBEF significa “Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari, Finanziari, Postali, Assicurativi”. E’ un movimento di opinione che a partire dal 1987 ha combattuto aspre battaglie a difesa dei diritti dei cittadini e dei consumatori, denunciando le malefatte del potere economico-finanziario e lottando per una maggiore trasparenza nei rapporti tra i cittadini, le banche e le assicurazioni. Il Presidente Nazionale dell’ADUSBEF è Elio Lannutti, volto noto ai telespettatori di “Mi manda Rai Tre”. In Piemonte, l’Adusbef è presieduta da Alessandro Di Benedetto. 

Presidente Di Benedetto, a due anni dall’entrata in vigore dell’euro, il “caro prezzi” continua a impoverire le famiglie italiane che non riescono più a risparmiare. Tutta colpa dell’euro?
No, nella maniera più assoluta. Anzi, se non ci fosse stato l’euro l’Italia sarebbe sull’orlo della bancarotta. L’euro è stato un pretesto per far aumentare i prezzi. Siamo di fronte a un autentico saccheggio delle tasche degli italiani, reso possibile dalla mancanza di vigilanza da parte del Governo, che non ha mai voluto–a differenza di altri Paesi europei–predisporre gli strumenti normativi necessari per scoraggiare le speculazioni. Bisognava prevedere delle sanzioni per gli “euro-furbi”. Bisognava imporre la “doppia prezzatura” euro/lira sui cartellini. Voglio ricordare che l’Adusbef del Piemonte, nel novembre scorso, in alcuni Comuni della cintura piemontesi, ha promosso una raccolta firme per chiedere ai sindaci di adottare ordinanze che impongano ai negozianti il doppio prezzo. 

Gli italiani stanno diventando tutti più poveri?
Negli ultimi 24 mesi la perdita di potere d’acquisto di ciascuna famiglia si aggira intorno ai 3030 euro. Se con la lira si arrivava al 27 del mese, con l’euro ci si deve fermare al 20...Secondo l’Ocse, se negli anni Sessanta le famiglie italiane riuscivano a risparmiare circa il 34% del loro reddito, nel 2002 i risparmi si sono dimezzati e hanno toccato il 16%. Secondo l’Eurispes 6 italiani sui 10 non riescono più a risparmiare. Tendenza confermata dall’indagine Acri, l’associazione delle Casse di Risparmio: solo il 38% del campione ha detto di essere riuscito a mettere qualcosa da parte nel 2003, mentre il 43% ha dichiarato di aver consumato tutto il reddito disponibile e il 15 addirittura di aver eroso i risparmi accomulati nel passato. Secondo l’ultimo rapporto Bnl-Centro Einaudi il 45% degli italiani dichiarano di non essere riusciti a mettere via un solo euro nell’ultimo anno. Sì, stiamo assistendo a un impoverimento del ceto medio.

Quali le voci che pesano di più sui bilanci familiari?
L’RC auto. Dopo l’introduzione della patente a punti i sinistri sono diminuiti del 15-20%, mentre le polizze negli ultimi sei anni sono aumentate del 94,65%! E poi i costi dei servizi bancari. I costi dei conti correnti negli ultimi due anni sono aumentati di circa il 25%, in media 400-500 euro l’anno. Ogni singola operazione costa in media 1,96 euro. E se vai a chiedere alla tua banca una fotocopia di un assegno arrivi a pagare anche 11 euro...E poi le banche hanno il coraggio di lanciare iniziative come “Patti Chiari”! Una pura operazione d’immagine. La fiducia è stata tradita e le banche si arrampicano sugli specchi per riconquistarla. Occorrono “fatti chiari”, non “patti chiari”.

Parliamo del “risparmio tradito”. L’Adusbef è in prima fila nell’aiutare i risparmiatori “truffati” e nell’accusare le banche…
Il dramma del “risparmio tradito” ha coinvolto circa 830.000 italiani, per un totale di 37,20 miliardi di euro: 450.000 i risparmiatori truffati dai bond argentini, 135.000 da Parmalat, 73.500 da Bipop-Carire, 100.000 dai prodotti della Banca 121 (My Way e For You), 35.000 da Cirio, 25.000 da Finmatica, 6.500 da Giacomelli...Nella nostre sedi regionale ogni giorno riceviamo persone che hanno perso i risparmi di una vita a causa dei crack Cirio, Parmalat, etc. Gente che si è fidata dei consigli delle banche ed è stata “tradita” dai loro cattivi consigli. Nel caso della Cirio, le banche hanno affidato a un finanziere d’assalto migliaia di miliardi delle vecchie lire, poi, vedendo che la situazione di quell’azienda si deteriorava, hanno “scaricato” sui risparmiatori il frutto di quegli incauti affidamenti. Le obbligazioni Cirio non potevano essere vendute ai risparmiatori. Il prospetto era redatto in inglese ed erano rivolte solo a investitori istituzionali, quindi capaci di verificare il grado di rischio. Invece le banche, che avevano nel loro portafoglio le Cirio, se ne sono liberate vendendole ai risparmiatori. Ora diverse Procure stanno indagando e i reati contestati ad alcuni banchieri sono truffa e associazione a delinquere.

L’Adusbef è riuscita a ottenere il primo rimborso per i bond Cirio. Una pensionata torinese ha riottenuto 11.000 euro investiti. Quali speranze per gli altri risparmiatori?
Capitalia ha dichiarato che rimborserà il 100% di tutte le emissioni fatte di bond Giacomelli, Cirio e Parmalat. Quindi 40-50 milioni di euro. Questa, secondo noi, è la strada da seguire. Non quella scelta dal San Paolo Imi che ha costituito un comitato di comodo al suo interno, e neppure quella di Unicredit, che ha creato una commissione affidata a Guido Rossi, che dovrà valutare “caso per caso”, a seconda del profilo di rischio del risparmiatore. Per Parmalat siamo ancora in alto mare. L’invito ai cittadini è quello di compilare l’esposto-denuncia alla Procura di Milano e il modulo per l’insinuazione al passivo fallimentare, che si possono trovare sul sito www.adusbef.it.


SEDE ADUSBEF REGIONALE DEL PIEMONTE
Via Stupinigi, 10
10042 Nichelino (Torino)
Tel. 011/62.79.720; fax 011/62.77.392
e-mail: aledibenedetto@libero.it 

SEDE ADUSBEF DI PINEROLO
Via Savoia, 41 – 10064 Pinerolo (Torino), 
Tel/Fax. 0121/37.69.20
e-mail: aledibenedetto@libero.it 

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