Malgrado la buona partenza , con la patente a punti, i morti sulle strade italiane non diminuiscono.
Forse stiamo trascurando un dato che incide sul 35% ( dato dell’ I.S.S.) dei decessi sulle strade.
E’ l’alcolemia.
Su questo fronte, infatti, siamo messi male.
Nel nostro Paese il tasso alcolemico consentito per la guida è 0,5 grammi/litro di sangue. E’ previsto dal nostro Codice della strada.
In Europa ci sono altri paesi che hanno lo stesso tasso, ma i morti sono molti di meno. Il problema, più che nei tassi, va affrontato a vari livelli.
Intanto con i controlli etilometrici. E qui è una brutta faccenda italiana. Siamo, per i controlli, in fondo alla classifica: al 23° posto.
Un altro fatto, grave e scandaloso in tutta questa faccenda , è nella comunicazione. Da una parte si assiste a pubblicità di superalcolici in fasce d’ascolto diurno, con immagini ingannevoli che evocano, per i bevitori, potenza e superiorità fisica e virile. Dall’altra, l’assenza di educazione e informazione, a tutti i livelli.
Se si fa accezione di sporadiche campagne di pubblicità sociale fatta dalla Regione Piemonte, non si ricordano a livello nazionale campagne analoghe. Il Piemonte ha fatto qualcosa per i ragazzi del sabato sera, con il conducente astemio, il ragazzo di nome BOB protagonista della campagna di informazione regionale, ma non è soltanto un problema del sabato.
E’ ogni giorno, che bisogna fare qualcosa, strutturalmente, in modo che il problema entri nella mente. Il nostro Paese è anche quello dove si comincia a bere in adolescenza, senza causare il minimo scandalo. E’ troppo.
Acu Piemonte
20/12/2005
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