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Rifiuti elettronici

Come smaltirli?
  16/09/2005


Lo scorso 13 maggio è stato approvato in prima lettura dal Consiglio dei ministri il decreto legislativo che recepisce le due direttive comunitarie (n. 2002/95/CE e n. 2002/96/CE) sui Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) e sulle restrizioni d'uso di alcune sostanze pericolose in queste apparecchiature (RoHS). In particolare:

- La Direttiva 2002/96/CE, anche nota come WEEE, è volta a prevenire e limitare il flusso di rifiuti di apparecchiature destinati alle discariche, attraverso politiche di riuso e riciclaggio degli apparecchi e dei loro componenti. La direttiva applica il concetto della Responsabilità estesa del produttore (chi inquina paga).

- La Direttiva 2002/95/CE anche nota come RoHS, prevede il divieto e la limitazione di utilizzo di piombo, mercurio, cadmio, cromo esavalente ed alcuni ritardanti di fiamma nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
L'introduzione delle direttive su RoHS e RAEE impone a tutte le aziende produttrici di apparecchiature elettriche ed elettroniche di affrontare le problematiche inerenti lo smaltimento ed il recupero di questi rifiuti. Inoltre la direttiva 2002/36/CE e successive modifiche (2003/108/Ce) prevede l'adozione, a livello nazionale, di un sistema di raccolta differenziata, trattamento e recupero dei cosiddetti RAEE, i rifiuti derivanti dal disuso delle apparecchiature elettriche ed elettroniche malfunzionanti o rotte e non più aggiustabili.

Tale direttiva RAEE, in vigore a partire dal 31 dicembre 2006, introduce il principio del 'vuoto a rendere' per la spazzatura dei rifiuti elettronici, ossia del ritiro gratuito da parte del negoziante delle vecchie apparecchiature con componentistica elettronica al momento dell'acquisto delle nuove. Inoltre per i produttori, impone l’obbligo di finanziare sistemi di trasporto, trattamento, recupero e smaltimento finale dei rifiuti elettronici pena l’attribuzione di pesanti sanzioni amministrative fino a 100.000 euro.

La Direttiva sui RAEE si pone come obiettivi principali:
- il massimo reimpiego/recupero possibile delle apparecchiature elettriche ed elettroniche esauste;
- la prevenzione alla fonte della produzione di rifiuti attraverso una progettazione ecocompatibile delle nuove apparecchiature;
- la minimizzazione degli impatti ambientali e l’eliminazione di alcune sostanze pericolose;
- il recupero di 4 Kg annui/procapite di RAEE provenienti da nuclei domestici, da raggiungere entro dicembre 2006;
- il divieto di collocazione dei RAEE in discarica e l’obbligo di raccolta differenziata;
- la realizzazione di sistemi di trattamento, recupero e smaltimento finale di questi rifiuti finanziati essenzialmente dai produttori delle apparecchiature;
- marchiare tutte le apparecchiature con un simbolo che indichi ai cittadini la necessità della raccolta differenziata.

Per garantire il corretto funzionamento dei sistemi di gestione e smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici istituiti dai produttori, il decreto italiano prevede l'istituzione, presso il Ministero dell'Ambiente di un Comitato di vigilanza e di controllo e l'istituzione di un Registro nazionale dei soggetti obbligati allo smaltimento di questo tipo di rifiuti.

La notizia del definitivo recepimento della Direttiva RAEE da parte dell'Italia è arrivata il 22 luglio, con l'approvazione del testo finale del Decreto Legislativo n.151 da parte del Consiglio dei Ministri. La pubblicazione in G.U. 175 è avvenuta il 29 luglio. In seguito alle ultime modifiche apportate alla bozza del decreto lo scorso 28 giugno, come da richiesta delle Regioni durante la Conferenza Stato-Regioni, la scadenza per l'applicazione della Direttiva RAEE in Italia è stata slittata al 2006.

Produttori, distributori, operatori e comuni avranno quindi dodici mesi di tempo, dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto, per adeguarsi alle imposizioni delle normative europee. Da un lato i produttori facendosi carico dei costi per lo smaltimento, recupero e riciclo dei prodotti, dall’altro i Comuni garantendo ai cittadini e ai negozianti spazi idonei per conferire gratuitamente i rifiuti in questione.

Torino, lì 14 settembre 2005 da ACU Piemonte


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