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Ambiente ed ecoreati
Inchiesta ACU Piemonte |
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Il 13 settembre u.s. la Corte di Giustizia europea ha stabilito un’importante eccezione alla norma che vuole che il diritto penale sia di esclusiva competenza degli Stati. In pratica la Corte di Lussemburgo ha annullato la decisione del Consiglio dei ministri europei che nel 2002, giudicando una proposta di direttiva sui reati ambientali, aveva stabilito che Bruxelles non aveva il potere di obbligare i paesi Ue a sanzionare penalmente i comportamenti, neppure quelli contro l’ambiente. Il provvedimento del Consiglio prevedeva l'incriminazione per alcuni comportamenti particolarmente gravi a danno dell'ambiente, ma non dava poteri alla Commissione. Si è trattato in sostanza di un vero e proprio scontro istituzionale tra Commissione e Consiglio.
Questi i fatti: il 27 gennaio 2003 il Consiglio dell’Unione europea aveva adottato la decisione quadro 2003/80/Gai relativa alla protezione dell’ambiente attraverso il diritto penale, cercando così di creare uno strumento mediante il quale reagire al preoccupante aumento dei reati contro l’ambiente. Contestando il fondamento normativo di tale decisione e attribuendone la competenza alla Comunità europea, si è pronunciata la Commissione, ritenendo, unitamente al Parlamento, che la decisione dovesse essere uno strumento complementare della direttiva da adottare in materia di protezione dell’ambiente attraverso il diritto penale per i soli aspetti della cooperazione giudiziaria e invitando il Consiglio ad astenersi dall’emanare la decisione quadro prima dell’adozione della proposta di direttiva.
Uno scontro che ha visto una serie di mosse da parte delle due istituzioni: la Commissione che da un lato ha presentato una proposta di direttiva per garantire un’applicazione più efficace della normativa comunitaria in materia di tutela dell’ambiente, il Consiglio, che invece dall’altro, non l’ha adottata sostenendo che la Comunità non dispone di alcuna competenza per obbligare gli Stati membri a sanzionare penalmente i comportamenti considerati dalla decisione quadro.
L’ultima parola, come succede in questi casi, è stata della Corte di Giustizia, la quale ha sentenziato che la Comunità Europea potrà continuare a legiferare sulla protezione dell’ambiente e obbligare gli Stati membri a stabilire sanzioni penali in campo ambientale: via libera, quindi, alla direttiva Ue contro gli eco-reati.
La stessa Corte ha infatti ricordato che “la protezione dell'ambiente è uno degli obiettivi fondamentali della Comunità e che le esigenze di protezione dell'ambiente devono essere integrate all'interno della definizione e della messa in atto delle politiche e delle azioni comunitarie”. Inoltre, in ragione della sua finalità e del suo contenuto, “la decisione quadro ha per oggetto la protezione dell'ambiente da eventuali attentati e la maggior parte delle sue disposizione avrebbero potuto essere adottate in base ai fondamenti del trattato dell'Unione”.
In forza di questa decisione, la Corte di Giustizia ha deciso di annullare completamente la decisione quadro.
Torino, lì 15 settembre 2005
ACU Piemonte
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