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Imprenditori non comunitari a Torino

Presentati i dati della Camera di Commercio
  26/05/2005


Giovani, dediti soprattutto al commercio e all’edilizia, attivi e soddisfatti, con imprese durature e non in competizione con quelle italiane: ecco il profilo dei protagonisti emergenti dell’economia torinese.

Torino, 26 maggio 2005 *** Dal 1997 al 2003 il numero degli imprenditori non comunitari a Torino e provincia è aumentato di oltre sette volte, passando dai 757 del 1997 (pari allo 0,66% sul totale delle ditte individuali in provincia di Torino) ai 5.420 del 2003 (il 4,42% delle ditte individuali).
Il costante incremento di imprenditori stranieri è una tendenza confermata anche a livello nazionale, proprio a partire dal 1998, anno in cui la legge “Turco-Napolitano” ha notevolmente ridotto le restrizioni che condizionavano il rilascio di permessi di soggiorno per lavoro autonomo.
La ricerca “Imprenditori stranieri in Provincia di Torino“, presentata oggi in conferenza stampa dalla Camera di commercio di Torino, e realizzata da Fieri - Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sull'Immigrazione, offre una radiografia aggiornata del fenomeno a livello locale nelle sue dimensioni quantitative e, fatto di particolare interesse, presenta un’analisi qualitativa delle motivazioni e dei vissuti degli imprenditori immigrati a Torino e provincia.

“La nascita di attività gestite da cittadini stranieri – ha commentato durante la presentazione dell’indagine Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino – è un fenomeno positivo per il territorio: in un'economia sempre più rivolta alla differenziazione e alla terziarizzazione, l'imprenditoria straniera contribuisce infatti ad aumentare la vivacità dell'offerta e l'eterogeneità delle attività produttive locali. L’indagine, che ha ascoltato direttamente le storie dei protagonisti, ci descrive il fenomeno sotto nuovi punti di vista, rivelando aspetti inediti: le imprese straniere sono stabili e durature, non si mettono in concorrenza con le imprese locali e sono ben integrate nel sistema economico torinese”.



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