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Benzina: troppo cara

Il Centro studi Promotor suggerisce la riduzione automatica dell'accisa
  01/04/2005


Centro Studi Promotor: dal 2004 1.244 mln di imposte in più dai carburanti.

L'impennata dei prezzi dei carburanti è collegata non solo al caro-petrolio,
ma anche all'incremento del prelievo fiscale. Dall'inizio del 2004 al 14
marzo 2005, grazie al solo aumento delle imposte, lo Stato ha incamerato dai
carburanti per autotrazione 1.244 milioni di euro, pari a 2.409 miliardi di
vecchie lire. A fare i conti è il Centro studi Promotor che sollecita "una
soluzione che riduca automaticamente l'accisa all'aumentare del gettito Iva
legato alla crescita del prezzo industriale". Se l'incremento del prelievo
da parte dello Stato fosse legato al timore che l'avanzata del diesel sulla
benzina possa mettere a rischio il gettito dell'erario, lo studio di Csp,
basato sui prezzi medi e i dati degli acquisti di carburante divulgati dal
Ministero delle Attività Produttive, dimostra che si tratta di timori
"infondati". Il Centro studi Promotor ha spiegato infatti che le imposte che
colpiscono benzina e gasolio per autotrazione sono due: l'accisa (o imposta
di fabbricazione) e l'Iva, che con l'aliquota ordinaria del 20% si applica
alla somma dell'accisa e del prezzo industriale, che è la parte del prezzo
alla pompa che va alle compagnie petrolifere e alla distribuzione.

"Dalla fine del 2003 ad oggi - ha affermato il Csp in una nota - l'accisa è
aumentata di 2,2 centesimi per la benzina e di 1 centesimo per il gasolio.
Piccole cifre che, moltiplicate però per gli oltre 48 miliardi di litri di
benzina e gasolio consumati su base annua, fanno una bella somma cui si
aggiunge l'effetto perverso dell'Iva. L'aliquota è rimasta infatti fissa al
20% ma, aumentando fortemente il prezzo industriale e, in minor misura, le
accise, il risultato è stato 1.244 milioni di euro in più nelle casse dello
Stato, che si sono sommati ad un gettito che già nel 2003 aveva sfiorato i
30.000 milioni di euro".

Il Centro studi Promotor ha ricordato poi che un effetto analogo si era
verificato anche nel 1999 e nel 2000, anni in cui i prezzi dei carburanti
hanno avuto una forte impennata.

All'epoca "il Governo intervenne il 29 ottobre 1999, riducendo l'accisa per
sterilizzare gli effetti sul gettito Iva dell'aumento del prezzo
industriale". Il provvedimento aveva una durata limitata e, secondo il Csp,
"fu proprio questo l'errore". "Alla scadenza venne rinnovato alcune volte,
ma poi lo si lasciò scadere".

Attualmente il problema si ripropone con la nuova impennata dei prezzi dei
carburanti iniziata nel 2004 "e non si vede quindi perché - ha aggiunto il
Csp - il Governo non debba intervenire nuovamente, evitando però l'errore di
adottare una misura temporanea".

Secondo il Csp, va studiata "una soluzione che riduca automaticamente
l'accisa all'aumentare del gettito Iva legato alla crescita del prezzo
industriale".

L'ideale sarebbe eliminare l'Iva sui carburanti per autotrazione e
trasferire tutta la tassazione sull'accisa, anche se una misura del genere,
oltre ad essere in contrasto con le direttive europee, non si integrerebbe
nel nostro sistema fiscale.

Per questo occorre trovare un'altra soluzione. E questo è compito dei
tecnici del Governo. "Quel che conta - ha proseguito il Csp - è che sul
consumatore non si carichi più, oltre agli effetti del caro-petrolio, anche
un "ricarico" del fisco".

Dallo studio del Centro Studi Promotor emerge una chiara tendenza al calo
dei consumi di benzina e alla crescita di quelli di gasolio. Dal 1999 al
2004 i consumi di benzina sono diminuiti del 16,5%, mentre quelli di gasolio
sono aumentati del 32,9%. Le ragioni sono legate alla forte crescita della
quota di vetture diesel. Nonostante con un litro di carburante di un'auto
alimentata a gasolio abbia una percorrenza superiore del 30-35% rispetto ad
una alimentata a benzina, non si è verificato alcun calo della quantità
complessiva di carburante per autotrazione consumato. Il Centro Studi
Promotor rileva infatti che "dal 1999 al 2004 i consumi di benzina e gasolio
per autotrazione complessivamente considerati sono passati da 45,2 miliardi
di litri a 48,4 miliardi di litri con una crescita del 7,1%, mentre la spesa
al consumo è salita da 39 miliardi di euro a 49,2 miliardi di euro con una
crescita del 26,1%, quindi, decisamente superiore a quella delle quantità
consumate e ciò per l'effetto congiunto dell'aumento sia dei prezzi
industriali che delle imposte".

Ed anche il gettito erariale è aumentato, passando dai 27,8 miliardi di euro
del 1999 ai 30,7 miliardi del 2004, con un incremento del 10,4% superiore a
quello dei consumi. "Ciò dimostra - ha concluso il Csp - che non vi è alcun
bisogno che lo Stato incrementi ulteriormente il gettito aumentando le
accise o speculando sul meccanismo perverso dell'Iva, poiché sono infondati
i timori di chi pensa che l'avanzata del diesel crei problemi di gettito per
l'erario a causa della tassazione più bassa del gasolio rispetto alla
benzina (al 21 marzo scorso 0,591 euro di imposte per il gasolio contro
0,761 euro per la benzina) e della resa superiore in termini di chilometri
percorsi".

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