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Secondo atto contro la crisi: la crescita.
L’Autorità antitrust segnala: liberalizzare elettricità e gas, servizi pubblici locali, poste, ferrovie, banche e assicurazioni, autostrade, carburanti, commercio, servizi professionali, taxi e farmacie.
Il Governo, d’accordo, si farà in quattro.
I vantaggi: sottrarre all’impresa posizioni di rendita, iniettare competizione, migliorare la produttività, ridurre i costi; per i clienti migliora il servizio, si riduce il prezzo del prodotto.
I Consumatori gongolano.
Le Imprese da sottoporre a nuova regola recalcitrano.
C’è chi fa i conti.
Le associazioni dei consumatori quatte quatte ne fanno: a regime i risparmi vanno dai 900 ai 1.000 € a famiglia.
Già, quegli stessi ragionieri avevano fatto pure i conti dell’atto 1: la manovra, varata dal Governo Monti, vale a regime una stangata da 1.129 euro annui a famiglia che va ad aggiungersi a quelle già varate dal Governo Berlusconi, per un totale di 3.160 euro.
Tra i costi del risanamento e i vantaggi della crescita i conti non tornano: le manovre antideficit hanno sottratto risorse economiche; quelle che verranno restituite con le liberalizzazioni saranno insufficienti a compensare il sottratto.
3.160 -1.000 = Porc, mancano 2160 € al potere d’acquisto e da tal conto manca, per amor di patria, la sottrazione dei posti di lavoro, derivata seconda della riduzione dei costi d’impresa.
Già proprio quel potere d’acquisto che, quando sufficiente, fa i 2/3 della crescita del Pil.
Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009
www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org |
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