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Fin ieri sono stati i Produttori i capitani del Capitalismo: quelli che producevano merci, mettevano sul mercato beni che vieppiù scarsi generavano ricchezza, erogavano reddito a chi per loro lavorava, che consentiva l’acquisto dando ristoro al bisogno di lor Consumatori.
Accadde poi che la loro capacità di fare fece troppo e venne il tempo dell’eccesso della capacità produttiva: all’aumento dell’offerta non corrispose una adeguata remunerazione del lavoro che produce. Quel reddito, non in grado di smaltire per intero il prodotto, gonfiò i magazzini di invenduto; bloccò il meccanismo dello scambio. I Comandanti, allergici alla deflazione, ordinarono politiche reflattive per spingere la domanda e sostenere i prezzi, mettendo in scacco il mercato.
Quelli del credito subdorarono l’affare, quella congiuntura politica li favorisce, presero la palla al balzo gestendo e fornendo liquido monetario e non solo a chiunque ne volesse.
Al grido di “finanziarizziamo l’economia” i finanzieri prensero il comando.
Furono rinnovate le cariche del Capitalismo, vennero anni di sviluppo, si vendette tutto, si acquistò tutto; fu prodotta ricchezza con il debito.
Debito in tutte le salse, per tutti gusti ed ogni tasca; solo negli Usa dal 2000 al 2006 gli utili dell’industria finanziaria passarono dall’8 al 36% dell’intera Corporate America.
I nuovi capitani per cotanto fare ebbero riconosciuto l’onore al merito: altrettanto in bonus.
Ma come i sogni svaniscono all’alba, così quella fragile ricchezza smise di arricchire: il debito tracimò, il credito si fece inesigibile, la domanda crollò, l’offerta si svalutò.
Ciò che troppo in alto sal cade, sovente, precipitevolissimoevolmente.
Orbene in questo tempo di frontiera matura il domani: svalutate le merci dei Produttori, screditato il credito dei creditori viene rivalutato il reddito che acquista: unico bene scarso offerto al mercato.
Rivalutato quel bene, torna attivo il ruolo dei Consumatori: acquistano, restituiscono appeal alle merci, generano ricchezza; il consumo di quelle merci dispone la riproduzione fornendo continuità al ciclo produttivo, sostanza alla crescita economica; viene sottratto spazio al debito, la funzione creditizia torna d’acchito all’intermediazione che ben gli stà.
Tra gli operatori di mercato si muove tutto: vecchi comandanti ora dipendenti, nuovi comandanti degradati sul campo; nuove funzioni dirigenti reclamano spazio, potere, comando per il governo dei processi produttivi: il potere della Domanda che sollecita gli investimenti, dispone la produzione; ergo lavoro, occupazione, reddito. Ad esser pignoli sollecita anche la responsabilità dei produttori nell’impiego delle risorse, pure la qualità delle merci magari ecocompatibili, nonché il prezzo.
Vieppiù in cotanta domanda ritrova albergo il Noi, sodale e/o muscoloso, esiliato l’Io impotente ed ineffettuale.
Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009
www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org |
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