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C’è chi applica la Tia e chi la vecchia Tarsu, chi migliora nella differenziata e chi resta al palo.
In Piemonte il divario delle tariffe tra i capoluoghi arriva a toccare i 142 euro.
Ed è una delle Regioni più virtuose. Nel resto d’Italia va anche peggio
La situazione non sembra delle migliori: la tassa sui rifiuti pesa sul bilancio familiare, ma noi produciamo sempre più immondizia con grosse difficoltà per lo smaltimento; questo a vedere i risultati diffusi da Cittadinanzattiva, che ha condotto un’indagine a proposito del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani in occasione dalla settimana europea per la riduzione dei rifiuti.
La cosa che sorprende non è solo il caro bolletta, ma anche la forte differenza tra le tariffe nelle diverse regioni geografiche del nostro paese.
In Piemonte, un esempio tra i più virtuosi, le discrepanze riguardano, da un lato, il passaggio, avvenuto in pochi comuni, dalla Tarsu (tassa sui rifiuti solidi urbani) alla Tia (tariffa di igiene ambientale), in seguito al decreto del 1997 che aveva come obiettivo di far pagare agli utenti esattamente per quanto usufruivano del servizio; dall’altro lato, le differenze riguardano le tariffe: ad Asti la Tia arriva a costare 305 euro mentre a Novara solo 162 euro; ben 142 euro di differenza.
Il Piemonte è solo un esempio, ma la situazione nel resto d’Italia non si discosta di molto: la spesa media annua più alta per lo smaltimento dei rifiuti si registra in Sicilia, 280 euro, mentre la più bassa è in Molise, 117 euro.
E ancora, nel 2007 la famiglia italiana tipo presa come esempio da Cittadinanzattiva (nucleo composto da tre persone, con reddito lordo complessivo di 44.200 euro e con una casa di proprietà di 100 metri quadri), ha sostenuto una media di spesa di 217 euro, mentre a Siracusa le famiglie hanno sborsato 400 euro, contro i 95 euro di Reggio Calabria.
Ma la situazione non è delle migliori neanche per il riciclo dei rifiuti: sempre in Piemonte, se a Novara si sfiora il 67% di raccolta differenziata, Vercelli non raggiunge neanche il 20%. E in molte zone del resto d’Italia la situazione è anche peggiore. Viene da chiedersi cosa stia alla base di queste profonde differenze tra regione e regione e perché, in un periodo di difficoltà economiche come questo, dove bisognerebbe cercare di salvaguardare il consumatore, soprattutto il Governo non abbia fatto nulla a riguardo.
Per Giustino Trincia, responsabile nazionale delle politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva, “il Parlamento avrebbe potuto inserire nelle misure anticrisi il blocco delle tariffe per il 2009 e l’eliminazione dell’addizionale provinciale, ma il problema è stato ignorato”.
“Da Tarsu a Tia – aggiunge – per le tasche dei cittadini il risultato è quasi sempre un aumento delle spese.
La situazione socio-economica, ambientale e sanitaria del nostro Paese richiede di far pagare di meno il servizio rifiuti ai molti cittadini in difficoltà, di produrre tutti meno immondizia e di puntare sulla raccolta differenziata.
In Italia, invece, il più delle volte il servizio di smaltimento rifiuti meno funziona e più lo si paga”.
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informaconsumatori n° 1 - Gennaio 2009 pag.8 |
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