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Mauro Artibani |
Inviato: Lun Nov 10, 2008 9:10 am |
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Registrato: 20/03/08 12:05
Messaggi: 676
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Insieme a gran parte del mondo ho gioito della sua vittoria elettorale; come i suoi elettori ho riposto fiducia nella sua iniziativa di cambiare le carte in tavola.
Confido nella sua capacità di discernimento; trovo condivisibile l’intenzione politica di dare sostegno alle famiglie e al ceto medio: quelli de “la vita spesa a fare la spesa”, quelli che più risentono della crisi economica e che rischiano di dover abdicare al ruolo produttivo di consumatori, per l’insufficienza del reddito disponibile.
Non di meno, spulciando nel suo programma elettorale alla ricerca di proposizioni operative, mi imbatto in quella che può essere considerata una forma di sussidio al consumo: il consentire ai lavoratori di prelevare fino al 15%, e non oltre i 10.000 $, dai propri fondi pensione senza alcuna penalità.
Ennò Mr. Obama, così non va.
L’ autosussidio al consumo, mediante prelievo dal proprio fondo pensione, equivale ad indebitarsi con se stessi.
Un brillante, ancorché fantasioso, precetto che ci porterebbe daccapo a dodici: DEBITO!
Proprio quello su cui ha prosperato il credito, ancor più quello che sta spingendo il mondo a carte quarantotto.
Mi permetta l’ardire: i consumatori del suo paese non hanno “bisogno” di consumare, debbono farlo perché questo è il modo per generare ricchezza, PIL.
Un esercizio obbligato: un lavoro quindi.
Se i redditi risultano insufficienti, per dare corso a cotanta Domanda, si rende manifesta ed improcrastinabile la necessità di retribuire quell’esercizio.
Di primo acchitto, un Reddito di Scopo che integri stipendi e salari insufficienti per dare sostegno alla spesa.
Le risorse ci sono.
L’indagine 2008 della Banca dei Regolamenti Internazionali sulla distribuzione del reddito le espone.
Disporre una diversa distribuzione di quelle risorse risulta quindi possibile.
Un nuovo capitalismo insomma: quello dei consumatori, che ponga al centro la gestione dei Fattori del Consumo.
Faccia in fretta, il mondo lo auspica e prima che riprendano fiato i suoi detrattori.
Sinceri auguri di buon lavoro.
Mauro Artibani
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