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<  Inchieste  ~  La nuova via del riutilizzo. Troppo semplice per piacere

admin
Inviato: Mer Apr 30, 2008 8:39 am Rispondi citando
Site Admin Registrato: 04/12/07 09:57 Messaggi: 70 Residenza: Grugliasco (Torino)
La soluzione al problema dei rifiuti c’è. Ci guadagnerebbero i consumatori e l’ambiente.
Ma quanti interessi entrerebbero in crisi? Meglio allora continuare a riempire le discariche...




Beppe Grillo, nel suo ultimo tour, ha proposto al pubblico di utilizzare due prodotti, sconosciuti ai più, ma assai noti in altri Paesi: pannolini in cotone per i bebè e coppette mestruali raccogliflusso
in silicone.


I termovalorizzatori sono sicuri?
Dove posizionare altre discariche?
Come aumentare la raccolta differenziata?
Tutte domande che in questo periodo hanno Tenuto gli italiani incollati al televisore, soprattutto da quando i media ci bombardano con le immagini di Napoli invasa dallaspazzatura. Eppure una soluzione indolore si può trovare per far fronte al problema rifiuti. Basterebbe non produrli. Senza arrivare al paradosso, è lecito comunque affermare che un sostanziale aiuto può arrivare dal riuso degli oggetti di cui troppo facilmente tendiamo a disfarci, figli ormai un po’ tutti di una consolidata cultura dell’usa e getta. Il solito Beppe Grillo, nel suo ultimo tour, ha proposto al pubblico di utilizzare due prodotti, sconosciuti ai più, anche se abbastanza noti in altri paesi: pannolini in cotone per i bebè e coppette mestruali raccogliflusso in silicone.
Entrambi hanno il vantaggio di non creare rifiuti e di non intasare le discariche con materiali difficilmente smaltibili.
Solo in quelle italiane finiscono ogni giorno sei milioni e mezzo di pannolini usa e getta, ognuno dei quali impiega più di 500 anni per degradarsi, con possibili conseguenze anche da un punto di vista igienico, dato che quasi nessuno segue la regola di pulire il pannolino dal suo contenuto prima di gettarlo.
Pensate che, come si legge sul sito di Greenplanet, il numerodi pannolini che ogni anno finiscono tra i rifiuti sarebbe alto quanto un grattacielo di 800 metri e con una base larga quanto un campo di calcio.
Senza considerare che per il suo corredo in poliestere ogni bebè italiano abbatte, incolpevole, venti alberi di grandidimensioni.
“Ciascun bambino in tre anni produce una tonnellata di rifiuti che non sono biodegradabili né in alcun
modo differenziabili”, spiega Andrea Nervi, amministratore delegato di Eco System solutions, una delle società che producono in Italia pannolini ecologici in cotone.
“Nell’arco di due anni e mezzo – continua – per l’uso del pannolino usa e getta vengono prodotti un milione di tonnellate di rifiuti, il cui costo di gestione per la comunità è di circa 200 euro per ogni bambino. Per questo alcuni Comuni in Italia prevedono già incentivi all’utilizzo di prodotti in stoffa; Reggio Emilia, ad esempio, a maggio farà partire un incentivo piuttosto consistente, in
Veneto un paio di Comuni erogano incentivi alle famiglie addirittura dal 2004. Se anche solo l’1-2%
delle mamme facessero usare ai loro bimbi pannolini di cotone, avremmo un gran vantaggio per l’ambiente, direi che libereremmo le strade di Napoli”.
A qualcuno forse saranno già tornati alla memoria i vecchi ciripà, o “sorrisi”, come abitualmente venivano chiamati, che per generazioni sono stati l’unico modo a disposizione delle mamme per il cambio del bambino.
“In effetti – prosegue Nervi – sono simili, anche se prodotti ormai con tecnologie più moderne. I nuovi
pannolini ecologici, che hanno forma analoga a quella degli usa e getta, sono in cotone, quindi anallergici, ed hanno un velino biodegradabile che viene gettato nel water, mentre il pannolino si rilava e si riutilizza senza problemi.
È per questo che possiamo tranquillamente definirli un prodotto ad impatto zero.” Certo, c’è da credere
che un pannolino come questo, nella società del “mordi e fuggi”, dove ormai anche le insalate si comprano già lavate e tagliate, non abbia ingresso facile nelle case delle super impegnate mamme di oggi.
Ma è vero pure che i vantaggi ci sono anche per chi non è particolarmente sensibile alle tematiche
ambientali. “I prodotti sintetici – precisa ancora Andrea Nervi – secondo i dati statistici riportati
dall’università di Kiel, in Germania, generano un surriscaldamento costante di un paio di gradi circa
che, protratto per tre anni in un’area genitale in via di sviluppo, potrebbe creare ai maschietti problemi di infertilità”. E a guadagnarci, oltre all’ambiente, è anche il portafoglio se, conclude Nervi, “con 15 o 20 pannolini in cotone una famiglia è coperta per tutti i primi 3 anni di vita del bambino, spendendo circa 450 euro e risparmiando quindi più o meno il 70% della spesa per gli usa e getta che normalmente è di 1500-2000 euro.
Chi poi sceglie di avere un secondo figlio si ritrova già i pannolini in casa”. Due figli in casa e due tonnellate di rifiuti in meno in discarica.

informaconsumatori n° 3 - aprile 2008 pag. 7
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