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Già, il cul-de-sac del sistema economico.
Quella fattispecie che si è determinata quando i redditi da lavoro risultano insufficienti per acquistare le merci prodotte.
Due le opzioni per andare oltre.
La prima, quella del mercato efficiente: deflazione, ovvero riduzione dei prezzi per aumentare il potere d’acquisto del reddito.
La seconda, quella del mercato sotto tutela: reflazione. Si acquista a debito: quello sollecitato dalle politiche monetarie; quello fatto dai consumatori, ficcato dentro l’economia ha tentato di surrogare quell’insufficienza fino a far saltare i conti.
Per uscire dall’impasse, si ficca dentro nuovo debito, quello pubblico, fragilissimo.
Politiche keynesiane, quelle degli sgravi fiscali, ancor quelle di sostegno alla crescita hanno prosciugato le casse statali e la recessione economica non recede. Recede però la capacità dell’impegno pubblico di dare ancor sprone all’economia: deficit e debiti hanno il fiato grosso.
Si paventano default che sollecitano tagli di spesa.
Il welfare traballa: tagli ai costi delle casse di previdenza, ai costi della spesa sanitaria, a quelli dei servizi sociali; meno lavori pubblici, riduzione di stipendio ai pubblici dipendenti.
D’acchito: pensioni e stipendi contratti, pezzi di sanità a pagamento, servizi assistenziali privati del sostegno pubblico.
Ergo, aumenta la spesa privata, ancormeno reddito a disposizione: nuovo debito privato, minore capacità di sostenere la domanda; riduzione della capacità contributiva, debito pubblico incomprimibile, dal costo insostenibile.
Bene, anzi male, malissimo, però tant'è.
Per un domani fuori dal cul, auguri a tutti, tanti, tanti; tenendoci stretti, stretti!
Mauro Artibani
http://www.alibertieditore.it/?pubblicazione=la-domanda-comanda-verso-il-capitalismo-dei-consumatori-ben-oltre-la-crisi |
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