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Mauro Artibani |
Inviato: Lun Gen 21, 2013 9:19 am |
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Registrato: 20/03/08 12:05
Messaggi: 676
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Quando il latte nei silos aziendali caglia e con i quotidiani al mercato si incarta il pesce; quando ogni anno 30 milioni di automobili su 90 restano immobili e gli immobili restano vuoti, vuoti come gli sportelli bancari e quelli postali;quando la corrente elettrica non corre nei cavi e i commercianti non saldano i costi nemmeno con i saldi, il fare operoso degli operatori di mercato costa molto, rende poco.
C'è chi ha fatto e chi non fa. Chi, solerte, ha prodotto quel latte, quei giornali, le auto; insomma quel che c'è da produrre ricevendo, per quel fatto, danari. Chi poi non può fare quel che gli spetta per acquistare il fatto, perchè trova in tasca pochi denari per farlo.
Questo quel che la crisi mostra, nonostante questi operosi facitori siano stati costretti a impudiche fornicazioni con politiche monetarie, fiscali e pure keynasiane con l'intento di turare le falle.
Questo quel che accade: vi sono ancora renitenti all'acquisto che così riducono il valore delle merci prodotte, riducendo nel contempo il valore del lavoro impiegato per produrle.
Viene ancor più ridotto il remunero di quel lavoro così come il volume delle merci da produrre.
Vi saranno ancor più risorse inutilizzate, ancor meno ricchezza da distribuire.
Così si entra nel 2013.
La Bce prevede e non lascia scampo: “La debolezza dell'economia nell'area dell'euro si protrarrà anche nel 2013”. Nel bollettino mensile indica in particolare che gli aggiustamenti di bilancio necessari, nei settori finanziario e non finanziario, nonche' la persistente incertezza, seguiteranno a gravare sull'attività economica.
Non paghi, i banchieri centrali con una botta di ottimismo, seppur al condizionale, chiosano: Nel prosieguo dell'anno si dovrebbe registrare una graduale ripresa; l'orientamento accomodante della politica monetaria, unitamente al netto miglioramento del clima di fiducia nei mercati finanziari e alla loro minore frammentazione, dovrebbe trasmettersi all'economia e la domanda mondiale dovrebbe rafforzarsi.
Che dire: chi crede a tal fallacia alzi la mano!
Mauro Artibani
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