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			Registrato: 20/03/08 12:05
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					Gestori della crisi, mi corre l’obbligo di  rammentarvi chi i Consumatori trasformano, mediante l'acquisto, il valore in ricchezza; consumando l'acquistato poi  ne consentono la ri-produzione.
 
Chi puo' fare di piu' e meglio nel portare valore al ciclo della produzione?
 
Per non apparire eccessivamente didascalico e per dar agio alla mia vis pedagogica, esemplifico.
 
Il sistema produttivo produce prodotti; l'imprenditore per intraprendere mette l'idea ed il capitale; il manager maneggia i fattori della produzione; l'operaio opera per la conformità del prodotto; il 
 
marketing  mercanteggia con i nostri umori e costruisce la Domanda di Prodotto; quelli del capitale finanziario capitalizzano gli investimenti produttivi; il commerciante espone in vetrine scintillanti il Valore informa di merce.
 
Reclamano profitto, stock options, salari, parcelle, interessi sul debito, lo Stato ci mette pure del suo e chiede l'Iva, l’imposta che tassa la nostra azione sul mercato.
 
Tutti solerti, professionalmente impeccabili, tutti ligi al dovere.
 
E Noi? 
 
Visto cotanto Fare possiamo deluderli? Giammai! 
 
E allora vai con l’acquisto, trasformando magicamente quel valore in ricchezza che va poi distribuita. 
 
Quel valore che altrimenti  si scioglierebbe come neve al sole. 
 
Un dramma per i  suddetti che, ahinoi, non avrebbero di che sfamarsi. 
 
E pure per le merci:  il latte caglia, la moda passa di moda, l' hi-tech si obsoleta: va tutto in malora.
 
Ci siamo fin qui?
 
Andiamo avanti.
 
Artefici, mediante l'acquisto, di questa miracolosa trasmutazione - orgoglio e vanto della nostra categoria - poi usiamo quei prodotti: li "consumiamo".
 
Loro, i suddetti, ridono soddisfatti: dovranno ri-produrli; avranno ancora da lavorare; pure lo Stato continuerà ad incassare, Dio ce ne renda merito, altra Imposta sul Valore Aggiunto.
 
Non crediate sia facile tutto questo: nell'adempiere a questo ruolo che, con una punta di civetteria, si 
 
potrebbe definire Civile dobbiamo mettere in campo competenza, sagacia, abnegazione forsanche un po' di ingordigia; sfruttare al meglio le nostre risorse: tempo, attenzione, discernimento.
 
Tutto questo avviene sul mercato, luogo per definizione della contrattazione. Proprio in questo mercato dove si vendono e si acquistano utilità ; lì, dove l'utilità del nostro ruolo trova definita
 
consacrazione, vogliamo contrattare le forme possibili di ristoro per lo straordinario valore economico  dell'esercizio messo in campo.
 
Già, se ristorati potremmo continuare a fare del nostro meglio per andare oltre la crisi!
 
A buon intenditor, poche parole.
 
 
Mauro Artibani
 
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
 
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
 
Marzo 2009
 
www.professionalconsumer.wordpress.com
 
www.professioneconsumatore.org | 
				 
				
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