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					L’alterazione dal rapporto di scambio Produzione / Consumo esprime il connotato singolare della stagione economica contemporanea. 
 
Sovrapproduzione di offerta o insufficienza della domanda? 
 
Si insomma, merci oltre la capacità di acquisto o acquisti insufficienti a smaltire quelle merci?
 
Questi i corni del dilemma che interroga chi sbircia l’economia, che attendono risoluzione.
 
Chi suona il corno della sovrapproduzione invoca quei processi deflattivi del mercato efficiente,  in grado di ridimensionare i prezzi delle merci; un aumento insomma del potere d’acquisto dei Consumatori.
 
L’altro corno invece viene sfregato da quelli che dicono: se la domanda risulta insufficiente si aumenti il numero dei Consumatori per non mortificare la capacità produttiva. Prendono dati li confrontano: gli USA hanno un PIL di 15 trilioni di $ i consumi di 10; la Cina, PIL di 5 trilioni, i consumi solo di 2; così rintracciano aspiranti acquirenti.
 
I margini di crescita della domanda sono ficcati dentro quei Pil procapite dispari: negli USA 46.400$; in quelli del BRIC, paesi ad alta crescita, 35.000$; Brasile 10.200, Russia 15.100, India 3.100, Cina 6.600. 
 
Questo 43% della popolazione mondiale produce il 15% del Pil mondiale; gli USA, solo il 6% producono  il 22% del Pil: una gigantesca domanda potenziale per dare sostegno all’offerta.  
 
Non è tutto oro quel che luccica: l’esercito di inoccupati di scorta consente ai Produttori del BRIC di erogare, a chi lavora, redditi bassi; i consumi dentro quei confini ancor più bassi, le vendite oltre confine  alte. I Produttori d’oltreconfine si tengono la sovrapproduzione. Erogare, per quelli del BRIC, aumenti dei redditi da lavoro aumenta il costo di quel lavoro ed il costo dei loro prodotti; diminuisce l’appetibilità delle loro merci nel mondo; perdono mercati che non vogliono perdere, si apre il loro mercato che non hanno convenienza ad aprire. Lo mostra il deficit della bilancia commerciale USA; lo conclama il controllo del valore di cambio della moneta Cinese. 
 
Bricconi questi: redditi bassi, prezzi competitivi, potenziali consumatori tenuti in stand-by; opportunità per creare nuove aziende per nuove merci - magari chic, pure hi-tech, finanche trendy; barricano l’ingresso ai loro mercati e non solo. 
 
Intercettano i redditi insufficienti del mondo ricco a cui danno ristoro con merci low-cost e op danno sostegno ad un’ altrimenti insufficiente crescita economica globale. 
 
Braccati quelli che restano fuori: ancora eccesso di offerta, ancora insufficienza di domanda che  brucia capacità produttiva e profitti; ancora renitenti ad investire, magari parte degli utili di impresa, magari per erogare redditi  sufficienti, senza i quali non si smaltisce la sovrapproduzione, con i quali si genera domanda che smaltisce.
 
 
Mauro Artibani
 
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
 
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
 
Marzo 2009
 
 
www.professionalconsumer.splinder.com
 
www.professioneconsumatore.org | 
				 
				
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