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Mauro Artibani |
Inviato: Lun Gen 12, 2009 8:41 am |
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Registrato: 20/03/08 12:05
Messaggi: 676
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Io cliente. Io che vivo in un mondo di merci dove tutto si deve acquistare; dove il rapporto con le persone, il mondo e le cose trovano dazio da pagare; dove colgo il senso all’agire, il significato al fare: non so fare altro.
Ecco, si, proprio in questo mondo il reddito non da' più supporto all’esser clienti; proprio qui “si sta ora, come d’autunno, sugli alberi le foglie”: non è un bel vedere!
Bè, toccherà allora mettere a punto un nuovo fare.
Costruire nuovi abiti di senso dove far abitare nuove abitudini per dare riparo a gente scioperata, ad umanità gracili ed attonite, a folle di prodighi sbandati; dare supporto ai timorati del prossimo, sprone a coscienze inquinate: un modo nuovo di stare al mondo.
A chi giova tal garbuglio?
Alle imprese agli impresari, ai commerci ai commercianti, al lavoro, ai lavoranti?
Parliamoci chiaro: forse è tempo di veder riconosciuto un reddito per quel prono esercizio- altro che sussidi, altro che sgravi- e così poter rinverdire antichi splendori, alleviare bisogni, sollazzare passioni, emozioni finanche esperienze.
Signori del potere, uomini di stato, potenti di turno, anime candide: quel tempo stringe!
Mauro Artibani
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