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< Inchieste ~ La crisi più grave della storia |
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Inviato: Mer Nov 19, 2008 12:00 pm |
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Da finanziario il dissesto diventa economico.
Borse che crollano, banche che chiudono, economia mondiale in ginocchio. Nell’ultimo mese giornali e TV hanno diffuso il panico fra i consumatori. Ma i nostri risparmi sono davvero in pericolo? Che cosa sta realmente succedendo? Vediamo di capirci qualcosa.
Il mercato finanziario sembra impazzito. Borse che crollano, titoli che toccano i loro minimi storici, tutto un sistema al tracollo. È la crisi finanziaria, ci dicono. Le bolle sono scoppiate. Colpa degli speculatori, pare. Intanto si diffonde la paura. E mentre i potenti del pianeta spostano capitali e in Borsa nel giro di poche ore si bruciano centinaia di miliardi di euro, la gente comune si interroga sulle sorti dei risparmi faticosamente accumulati e investiti. I governi corrono al riparo e cercano di tamponare i danni. Via libera al finanziamento delle imprese ormai alla frutta. Insieme alle Borse crollano miti, come il mercato liberista di stampo statunitense, indicato ovunque a modello. Ma a quanto pare il meccanismo si è inceppato e anche negli Stati Uniti l’autorità governativa è dovuta intervenire per salvare le banche sull’orlo del fallimento e i lavoratori con un piede già sulla strada. E qui in Italia? La percezione diffusa era che tutto fosse lontano dai nostri confini. Ma in un mercato globalizzato quello che accade a New York ha ripercussioni in breve tempo a Tokyo. Ed era inevitabile che anche il Vecchio Continente venisse presto o tardi coinvolto nella bufera. “Il nostro sistema bancario è solido”, continuano a ripeterci. Il governo Berlusconi intanto ha adottato misure per fronteggiare la crisi che hanno ottenuto un consenso bipartisan e altre sono state annunciate. L’ultimo rapporto semestrale della Bank of England parla di una perdita del sistema finanziario mondiale pari a 2 mila 800 miliardi di dollari (circa 2 mila 240 miliardi di euro) a causa della crisi del credito. Ma ormai non è più solo questione di banche: accanto alla crisi finanziaria c’è quella dell’economia reale, che ne è una diretta conseguenza. Secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Oil) entro il 2009 saranno 20 milioni le persone che perderanno il lavoro, con un numero di disoccupati che a livello mondiale potrebbe passare dai 190 milioni del 2007 ai 210 milioni del 2009. Una crisi “severa, lunga e globale”, ha dichiarato Juan Somavia, direttore dell’Oil, auspicando interventi mirati e coordinati da parte dei governi per “restaurare i flussi di credito all’economia e rafforzare i sistemi di protezione sociale tra cui pensioni e indennità di disoccupazione”.
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informaconsumatori n° 9 - novembre 2008 pag.3 |
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