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Polemica infinita sul gas.
Consumi presunti e calcoli scorretti: così numerose compagnie di approvvigionamento e distribuzione gonfiano i nostri conti
Anche oggi accenderemo la televisione e tra la cronaca, i gossip e l'attualità non mancherà il servizio sul rincaro delle utenze domestiche: quattro o cinque minuti per spiegarci che le nostre bollette si fanno più gonfie.
Il gas incide per più del 60% sulla spesa totale della bolletta energetica delle famiglie italiane; e tra quelle che usano il gas anche per il riscaldamento, le tariffe del metano al lordo delle tasse risultano superiori del 20% rispetto alla media europea.
“Il consumatore italiano – spiega Francesco Luongo, responsabile dei servizi a rete del Movimento difesa del cittadino – è fortemente penalizzato nel settore del gas, con costi assai più elevati rispetto alla media europea, che risentono anche di una infrastrutturazione dell'approvvigionamento molto scarsa: il gas che arriva in Italia dall'Algeria, dalla Russia, è gestito quasi totalmente da una sola azienda, l'Eni, che si occupa non solo dell'approvvigionamento ma anche della distribuzione. Nonostante le politiche di liberalizzazione già avviate da tempo, l'Eni si trova di fatto in regime di monopolio e, per questo, i consumatori pagano più di quanto sarebbe possibile in un assetto concorrenziale”.
Non si tratta però soltanto di una condizione economica generale: le associazioni di difesa dei consumatori lamentano scarsa informazione e addirittura comportamenti fraudolenti da parte delle compagnie. “Scorrettezze nelle modalità di calcolo dei consumi e silenzio su informazioni importanti per gli utenti, come la possibilità di rateizzare”.
Questa, in particolare, l'accusa che il Movimento difesa del cittadino rivolge alle compagnie italiane che gestiscono l'erogazione del gas.
“Ci sono vere e proprie truffe perpetrate da alcune compagnie ai danni del consumatore – conferma Luongo – L'Autorità per l’energia ha emesso nel giugno e luglio scorsi delibere sanzionatorie nei confronti di alcune società per l'erronea applicazione dei coefficienti che servono a correggere le bollette per renderle più consone al consumo effettivo. Il problema è che, non essendoci contatori elettronici, il consumatore finisce per pagare cifre di molto superiori ai metri cubi di gas effettivamente consumati: il consumo che si paga è presunto; e per di più calcolato in modo scorretto”.
Per Eni, Enel Energia, Metanfriuli, Metanalpi Val Chisone, Metanalpi Sestriere, ET Servizi Tecnologici, ET Servizi Commerciali, Agrigas, Eta3 l'Autorità ha accertato l'applicazione di un coefficiente "M", utilizzato per calcolare il prezzo della bolletta sulla base dei quantitativi di energia effettivamente consumati, con valori superiori a quelli fissati.
Il risultato è stato un danno per i consumatori, che hanno pagato importi maggiori di quelli dovuti.
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informaconsumatori n° 8 - ottobre 2008 pag.7 |
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