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Mercato e sicurezza dei minori.
Coloranti, piombo, materie plastiche tossiche, prodotti contraffatti importati da Paesi lontani e ifficilmente controllabili: il mondo dei balocchi è sempre più a rischio a causa della globalizzazione e di aziende senza scrupoli.
L’ultima frontiera riguarda i magneti. Ci sono giocattoli che ne contengono alcuni piccoli come liquirizie che, se ingeriti dai bambini, possono attrarsi tra loro e causare danni all’organismo. È solo un esempio dei mille pericoli cui possono trovarsi di fronte i bambini durante quella che è la loro attività naturale: il gioco. I casi dei balocchi killer sono stati negli ultimi anni sempre più frequenti, andando a minare la sicurezza dei piccoli e la tranquillità dei genitori. Giochi che contengono piombo e altri metalli pesanti, materie plastiche, collanti, coloranti e impianti elettrici potenzialmente tossici; giochi contraffatti, importati da paesi lontani. È per questo che, dal 1978, l’Istituto Italiano di Sicurezza dei Giocattoli vigila sul settore: il suo impegno attuale sulla regolamentazione dei prodotti che contengono magneti è soltanto uno degli innumerevoli fronti su cui si batte
La normativa
Solo nel 2007 sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza più di cinque milioni di giocattoli provenienti da Paesi extraeuropei, che non rispettavano le normative CE, marchio di garanzia. Nel 2006 i ritiri dal commercio avevano superato i sette milioni. Quasi due milioni di quelli sequestrati lo scorso anno dal colosso Mattel erano marchiati Fisher Price, ma contraffatti. Insomma, con la globalizzazione e l’aumento degli scambi commerciali tra continenti i pericoli aumentano. Ma allora da dove provengono i giocattoli dei nostri bambini? Quanto dobbiamo preoccuparci? “Non è bene generalizzare – spiega Natale Consonni, direttore generale dell’Istituto di Sicurezza – Non è vero che al di fuori dell’Europa non esistano i controlli. Questi dipendono dal tipo di Paese ma soprattutto dalla serietà dell’azienda”. Il punto è che ormai, per gli alti costi della manodopera, come in ogni settore, quasi nessun marchio garantisce cicli di produzione totalmente nostrani: almeno parte della produzione è quasi sempre delegata a regioni straniere, in primis la Cina. “Sulla confezione del gioco – continua Consonni – il Paese in cui il prodotto è stato creato è comunque obbligatoriamente indicato. Ma non allarmiamoci se non vediamo scritto “made in Italy”. Da qualche anno, per esempio, abbiamo istituito una nostra sede a Hong Kong: così possiamo controllare da vicino i loro procedimenti di produzione, invece che testare i giochi ad importazione avvenuta”. L’Istituto diretto da Consonni siede ad ogni tavolo europeo di creazione delle norme di sicurezza: il suo operato è una garanzia per i prodotti in commercio nel nostro Paese, seppur prodotti altrove.
Che cosa e come scegliere?
È dunque fondamentale affidarsi all’esperienza dell’Istituto nella scelta dei giocattoli per i nostri figli. Ecco i consigli degli esperti: innanzitutto evitare di acquistare i prodotti ai mercati o sulle bancarelle che non danno garanzie. Il riferimento del rivenditore deve sempre essere tenuto presente per eventuali chiarimenti, così il nome e l’indirizzo del produttore, che devono essere riportati sulla confezione. Importante è assicurarsi che, sulla stessa confezione o sul foglio di istruzioni, sia presente la marcatura CE, indicante il rispetto dei requisiti di sicurezza richiesti dalle normative europee. Un’ulteriore garanzia è la presenza del marchio IMQ che, a differenza di quello CE, non è un’autocertificazione del produttore, ma il simbolo del controllo dell’Istituto Italiano per i Marchi di Qualità. Bisogna inoltre controllare le istruzioni d’uso e l’indicazione della fascia d’età a cui è rivolto il giocattolo.
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informaconsumatori n° 4 - maggio 2008 pag. 20-21 |
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