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<  Il consumo come professione  ~  'CCA NISCIUNO E' FESSO!

Mauro Artibani
Inviato: Lun Gen 05, 2015 8:43 am Rispondi citando
Registrato: 20/03/08 12:05 Messaggi: 676
Ha redatto l’indice Ghini, Corrado Ghini. Lo statistico italiano così misura la diseguaglianza di una distribuzione: l’indice viene usato per individuare la concentrazione della diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza. Il massimo della diseguaglianza fa uno, l’uguaglianza fa zero.
I legislatori italiani fanno ancora meglio: la diseguaglianza la eliminano. Con una norma annullano i privilegi di censo vietando a poveri e ricchi di dormire sotto i ponti.
La magistratura sentenzia i renitenti alla norma mostrando, urbi et orbi, come la legge sia uguale per tutti.
E questa è fatta.
Ricchi e poveri insomma stiano in campana, non potendo più dormire sotto i ponti avranno altro da fare.
Così, tra quel che Ghini misura e l’Ocse indaga, sembra scorgersi che proprio la diseguaglianza all’interno di una società sempre più bi polarizzata, avrà al 2040 un impatto sulla crescita pari a un -0,35%.
Ci risiamo, quella diseguaglianza, brutta e cattiva, cacciata dalla porta rientra dalla finestra.
L’Etica, corroborata dalla Morale, sbraita; l’Economia dei Consumi invece va oltre, non misura l’eguale, misura l’equo e rifà i conti: se per migliorare la capacità produttiva l’ Impresa riduce il lavoro ed il costo di quel lavoro e quelli che ancora lavorano fanno di più a meno, i Consumatori addirittura acquistano ben oltre il bisogno e tutto questo fare, per far quadrare i conti, viene condito con politiche monetarie lasche, che hanno alterato i prezzi e rifocillato il debito, beh…allora onore al merito di tutti ma senza spocchia. Essipperché l’alta resa produttiva, messa in campo da ogni singolo tizio, ha squassato l’intero.
Gia, in un sistema produttivo circolare e continuo se la produttività dell'intero non fa premio sulla produttività dei singoli agenti che vi operano, salta il banco. Così incastrati dalla crisi occorrerà rifare quei conti, fatti un tempo, per trovare un'equità più acconcia al tempo presente.
Equo è quel remunero che paga il contributo fornito dal fare produttivo degli agenti economici alla generazione della ricchezza: a contributo dispari non può esservi contribuzione pari.
Pari e dispari. Altro che uguali perchè la crescita, vieppiù la ricchezza, si fa con la spesa.
Fatta, sostiene la produzione ed il lavoro; spinge il ciclo fino a generare, per esempio, il 60% di quei 34.000 mld di dollari che fanno il Pil di quelli del G7.
Tanto vale questa spinta.Il mancato equo compenso di tal valore non smaschera le diseguaglianze, è fesso!
Mina proprio quella crescita che remunera tutti.
Mauro Artibani
http://www.alibertieditore.it/?pubblicazione=la-domanda-comanda-verso-il-capitalismo-dei-consumatori-ben-oltre-la-crisi
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