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Tutti alla ricerca dei “distributori bianchi”: su un pieno si possono risparmiare anche sei euro. Ma secondo le associazioni dei gestori non è sempre così.
Gli ultimi dati parlano chiaro: aumenta sempre più la percentuale di reddito che le famiglie italiane devono spendere per il carburante. Secondo l’Unione Petrolifera nel mese di maggio i consumi di prodotti petroliferi sono diminuiti del 3,8% (meno 269 mila tonnellate) rispetto al mese di maggio del 2007. I cali più rilevanti hanno riguardato la benzina (-9,1%) e il gasolio per autotrazione (-3,5%). Complessivamente la domanda di carburanti (benzina e gasolio) ha avuto una flessione di oltre il 5% rispetto al maggio 2007. A tenere lontani gli italiani da colonnine e distributori di benzina e gasolio sono soprattutto i prezzi in picchiata, specialmente per la presenza delle accise, che per ora nessun governo ha tagliato in maniera definitiva: a gonfiare il prezzo alla pompa, infatti, non ci sono solo i costi di produzione e trasporto, i costi delle campagne pubblicitarie, il giusto margine riservato ai gestori degli impianti, ma appunto le accise che attualmente sul costo del carburante pesano, stando ai dati Figisc (Federazione italiana gestori impianti carburante), per il 46,53% sul prezzo della benzina e per il 37,47% sul prezzo del gasolio. In queste settimane diverse associazioni di consumatori, fra cui il Codacons, hanno chiesto un taglio delle accise del 15% in tutta Europa e politiche di riduzione dei prezzi del carburante che non siano soltanto, come spiegano fonti di Codacons, “tese ad agevolare unicamente autotrasportatori e categorie produttive, consentendo solo a loro di risparmiare sulla voce carburanti: se un risparmio deve esserci, questo deve valere per tutta la collettività”. Intanto, fra le possibili soluzioni, una potrebbe essere quella di rifornirsi presso i cosiddetti “distributori bianchi”. Si tratta di stazioni di servizio che non fanno parte delle grandi catene, o comunque non sono riferibili alle grandi compagnie petrolifere. Su tutto il territorio nazionale ci sono 23 mila impianti di rifornimento di carburanti: di questi una somma stimata fra i 1.500 e i 2.000 sono appunto “distributori bianchi”. Qui, secondo i dati rilevati dalle associazioni di consumatori, il risparmio oscilla a seconda dei casi fra i cinque e gli otto centesimi al litro. Fra i motivi, il fatto che sul costo del carburante non c’è l’aggravio delle campagne pubblicitarie e che l’acquisto avviene direttamente dalle raffinerie, volta per volta al prezzo migliore. La maggior parte di questi sono in Lazio, Lombardia, Marche ed Emilia Romagna. Proprio in Emilia, stando a quanto segnalato dal blog The retailer, è stato battuto il record: un distributore a marchio Conad permette di fare un pieno con un risparmio medio di 11 centesimi al litro, ossia fra i cinque e i sei euro in meno. Il risultato è che quel distributore, nel primo giorno e mezzo, ha smerciato quasi 67 mila litri di carburante fra benzina e gasolio. Secondo un rapporto di Figsc e Anisa, le due principali associazioni di gestione, però non è sempre tutto oro quello che luccica. Infatti, nel libro bianco pubblicato nell’aprile scorso si da conto di un’indagine sui prezzi svolta in tutta Italia nel mese di febbraio in 1.300 punti vendita. Per il 97% si trattava di impianti di proprietà delle aziende petrolifere o convenzionati con queste ultime. Nello studio, infatti si sostiene che “non è affatto ovvio che il prezzo minimo sia praticato da quelli che si possono definire gli outsider della rete, cioè quegli operatori petroliferi diversi dalle majors del mercato italiano o gli indipendenti delle pompe bianche a marchio proprio. Nei campioni testati dalla ricerca, nelle piazze dove sono presenti questi operatori, si registra un solo caso in cui un marchio indipendente vanta il prezzo più conveniente della piazza, mentre nelle altre casistiche il prezzo si colloca anche a metà classifica, quando non addirittura nella fascia dei prezzi medio-alti”. Nel rapporto si legge ancora che “mediamente nel 54% degli impianti con marchio delle majors il gestore applica un prezzo che è inferiore a quello consigliato dalla propria compagnia petrolifera”.
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informaconsumatori n° 6 - luglio/agosto 2008 pag.7 |
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