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<  Diritti  ~  La serenità è un diritto

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Inviato: Ven Feb 27, 2009 11:14 am Rispondi citando
Site Admin Registrato: 04/12/07 09:57 Messaggi: 70 Residenza: Grugliasco (Torino)
Il riconoscimento del “danno esistenziale” tutela chi subisce sofferenze non economiche, come stress e disagi in seguito a molestie, truffe o disservizi. La vittima può chiedere di essere risarcita. Ma le ultime sentenze hanno imposto maggiori vincoli




Può apparire una categoria astratta, una congettura giuridica fine a se stessa. Invece, ha molti riscontri nella vita quotidiana di tutti noi e, a ben pensarci, il suo stesso nome lo dimostra: il danno esistenziale riguarda le nostre esistenze e quelle vessazioni, fastidi, difficoltà, a cui spesso da consumatori ci rassegniamo. Quando un fatto ha provocato disagi, stress, problemi nelle relazioni sociali o familiari, il risarcimento di questo tipo di danno non patrimoniale è posto a tutela della realizzazione della persona, ed è stato riconosciuto autonomamente e indipendentemente da altri danni, patrimoniali, morali o biologici, purché all’origine della ripercussione esistenziale che esso produceva vi fosse stata lesione di un interesse tutelato dall’ordinamento giuridico. Prima che questo tipo di categoria fosse riconosciuta, per ottenere il risarcimento di sofferenze non economiche, era necessario fare riferimento al danno morale, il che costituisce di fatto una restrizione. L’autonomia del danno esistenziale è però stata sempre oggetto di discussione; recentemente, ad esempio, ha subito una severa revisione da parte della Corte di Cassazione, che ha accusato i giudici di pace di averne fatto uso eccessivo. Ripercorrendo la casistica giurisprudenziale, quali sono le specifiche situazioni nelle quali potremmo, da consumatori, ottenere un risarcimento del danno esistenziale? Il danno da stress è stato riconosciuto ad alcuni cittadini che, per contestare illegittime sanzioni applicate loro dalla pubblica amministrazione, erano stati costretti a diverse trafile presso sportelli pubblici o a ricorsi al giudice di pace, con ovvio dispendio di tempo ed energie.
Analogamente, un noto gestore telefonico è stato dichiarato tenuto a risarcire un cliente del disagio e del turbamento, quindi del danno esistenziale, causatogli perché, in modo reiterato, non aveva risposto alle richieste di assistenza da lui formulate, provocandogli disagio con un atteggiamento inerte e inconcludente. Altra applicazione rilevante per il consumatore è quella che fa riferimento alla vacanza rovinata, o forzosamente rinunciata per spostamento del volo di partenza. Il giudice di pace ha riconosciuto nel 2005 il danno esistenziale all’acquirente di un pacchetto turistico, il quale si era trovato a recedere forzatamente perché il tour operator aveva spostato la data del volo. La limitazione nell’effettuare l’attività cha si era prefisso, la sua vacanza, in cui il consumatore si era trovato, così come la limitazione stessa di poter raggiungere un certo luogo, determinava un danno esistenziale.
Le sentenze del 2008 che hanno invece negato il riconoscimento autonomo del danno esistenziale riguardano incidenti stradali mortali e interventi chirurgici non riusciti. I futuri casi più simili saranno immediatamente toccati da questi verdetti, considerando però che, come spiega l’avvocato Renato Savoia, del foro di Verona, “bisogna distinguere tra lesioni gravi, su cui non molto cambierà, e microdanni, come un colpo di frusta che porta la vittima a non uscire per qualche mese con gli amici, che invece rischiano d’ora in avanti di essere più difficilmente risarciti, dal punto di vista del danno esistenziale”.


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informaconsumatori n° 2 - febbraio 2009 pag. 17
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