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n° 5 - giugno 2008
nforma
8
Consumi
Cresce il consumo “alla spina”
D
a mesi ormai siamo tutti più
attenti alla spesa quotidiana,
visto l'aumento vertiginoso
della quota destinata ai generi di pri-
ma necessità. Ma un modo per ri-
sparmiare senza rinunciare alla qua-
lità c'è, almeno per uno di questi pro-
dotti: il latte. Da un po’ di tempo, in-
fatti, il latte torna ad essere compra-
to e consumato subito dopo la mun-
gitura, attraverso una distribuzione
rapida e diretta. Il latte “vero”, come
lo bevevano i nostri nonni, finisce
dritto in frigorifero, senza passare
dalla centrale. La definitiva libera-
lizzazione della vendita immediata
di latte crudo – e quindi non pasto-
rizzato – è avvenuta nell'ottobre del
2007, anche se già da tempo le nor-
mative regionali avevano autorizzato
e promosso questa sana ed ecologica
alternativa al latte di centrale. Prece-
dentemente vietata per motivi sani-
tari, la vendita di latte alla spina co-
nosce ora un vero e proprio boom,
con il moltiplicarsi dei distributori
automatici. Siamo giunti a quota 636
in Italia: in testa sono le province di
Milano e Brescia, che ne possiedono
56, seguono a ruota Torino (44), Bo-
logna (43) e poi Treviso, Como,
Mantova, Verona, Varese, Roma,
che si attestano tutte sulla ventina
abbondante. Il sistema è molto sem-
plice: si inserisce la moneta nel di-
spenser e il beccuccio eroga il latte
nella bottiglia, comprata in loco o
portata direttamente da casa. In al-
cuni casi vengono addirittura conse-
gnati kit informativi per la produzio-
ne casalinga di yogurt o di formaggi
primo sale con il latte acquistato.
Ma quali sono le sostanziali diffe-
renze dal latte
comune
?
Innanzitutto il sapore, più naturale
e genuino. Essendo ricco di grasso
non omogeneizzato, risulta più sa-
porito del latte confezionato. Il lat-
te crudo non subisce trattamenti
termici di pastorizzazione o steri-
lizzazione né omogeneizzazione,
ma, una volta munto alla stalla,
prima della distribuzione viene
soltanto filtrato e refrigerato, cioè
un euro. E può essere acquistato
anche nelle misure di 20 o 50 cl,
sempre attraverso il confeziona-
mento istantaneo. Con questo si-
stema si rende inutile il massiccio
confezionamento del latte in cen-
trale, si favorisce il riutilizzo dei
contenitori e così si limita la di-
spersione di plastica, vetro e carto-
ne. Saltando molti passaggi di im-
bottigliamento e trasporto, inoltre,
si contribuisce a limitare il proble-
ma dell'inquinamento ambientale.
Quali gli svantaggi di questo pro-
dotto? Essenzialmente il fatto che
resta fresco meno tempo, proprio
perché non trattato. A fronte dei
quattro o cinque giorni di durata del
latte pastorizzato, quello crudo va
consumato entro due giorni o altri-
menti fatto bollire subito, per poi
essere adoperato fino a cinque gior-
ni dopo. Nessun problema di dige-
ribilità? Certo, ma non più di quan-
to già non accada con il latte tratta-
to. In ogni caso, il prodotto viene
sempre controllato dai servizi vete-
rinari di competenza. “L’interesse
della gente c’è – spiega Mario To-
nina, direttore della Federazione di
Allevatori Trento, pioniera dell'ini-
ziativa – ma servono garanzie pre-
cise dal punto di vista igienico-sa-
nitario. Un conto era quando si an-
dava a bere il latte appena munto in
stalla, oggi i consumatori non sono
più abituati a questo tipo di latte”.
Grande qualità, quindi, ma atten-
zione a non esagerare. “Non di-
mentichiamo che il latte è un ali-
mento, non una bevanda”, ricorda
il dottor Antonio Costa, responsabi-
le del Servizio dietetica e nutrizio-
ne clinica dell’ospedale Santa
Chiara di Trento. “Certo – aggiun-
ge – meglio un bicchiere di latte,
anche crudo, invece di snack o me-
rendine. Ma l’apporto nutritivo è
diverso da quello per esempio di
una Coca Cola, che è una bevanda.
Se lo beviamo al pomeriggio, allo-
ra sostituisce la merenda”.
Maria Elena Buslacchi
Non badate
ai luoghi comuni
Non fatevi spaventare dallo
scetticismo o dai timori
comunemente diffusi sul latte
crudo: nonostante quanto si
dice, la digeribilità è la stessa
del latte pastorizzato. Se
consumato fresco, non c'è
nessuna differenza tra un
genere di latte e l'altro.
Attenzione alla
temperatura del
distributore
Controllate sempre la
temperatura dei distributori
prima di acquistare il latte
crudo: il prodotto deve essere
conservato tra 0 e 4°C. Se il
termometro riporta una diversa
temperatura rivolgetevi
direttamente al venditore.
Da consumarsi
in un paio di giorni
Evitate di tenere fuori dal frigo il
latte crudo e, comunque, non
consumatelo a più di due giorni
dall'acquisto, se non dopo
averlo fatto bollire. In ogni
caso, mediamente, il latte crudo
bollito a casa costa pur sempre
meno di quello della centrale
comprato al supermercato.
Qualche consiglio
Come conservarlo e come
consumarlo: ecco alcuni
suggerimenti utili
da tenere presenti quando si
acquista il latte “crudo”
da un distributore automatico
tempo di lettura: 8 minuti
Un tempo si andava in cascina, oggi al distributore automatico: dalla stalla
al frigo di casa senza trattamenti né intermediari. Si risparmia ma soprattutto
si riducono i rifiuti, utilizzando sempre la stessa bottiglia
Basta inserire
la moneta e riempire
il proprio contenitore.
Per conoscere
il distributore
automatico più vicino,
visitate il sito internet
www.milkmaps.com
Il latte che fa bene all’ambiente
portato a una temperatura compre-
sa tra 0 e 4°C. Nulla a che vedere
con il latte impoverito dai tratta-
menti di centrale, come spiega
William Campbell Douglas, stima-
to medico americano e autorità ri-
conosciuta nel campo dei latticini:
“Oggi la nostra più grave perdita
agricola è dovuta all’insensata di-
struzione del latte fresco attraverso
la pastorizzazione, l'ultra-pastoriz-
zazione (UHT) e adesso l'ultra-pa-
storizzazione ad alta temperatura,
che trasforma un grande alimento
in una bevanda bianca all’aroma di
latte, nutriente più o meno come il
latte di magnesia”. Il latte alla spi-
na conserva tutte le proprietà nutri-
tive che possiede al momento della
mungitura ed è quindi più ricco di
proteine e vitamine. In realtà però,
rivela una recente analisi, non sus-
sistono evidenze scientifiche a ri-
prova dei benefici che l'organismo
umano può trarre dal consumo di
questo prodotto rispetto a quello
pastorizzato. Proteine e vitamine
sono sì conservate meglio allo sta-
to naturale, ma non sono presenti
in quantità tali da poter rappresen-
tare una differenza significativa ri-
spetto al latte pastorizzato. Il latte
crudo resta un ottimo prodotto dal
punto di vista nutrizionale, ma oc-
corre ridimensionare il paragone
con il latte “comune”.
Restano indubbi altri vantaggi:
evitando inutili intermediazioni, il
prezzo si abbassa: un litro di latte
crudo può costare anche meno di