Comʼè andata a finire?
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www.informaconsumatori.it
23
n° 5 - giugno 2008
nforma
Tre anni fa InformaConsumatori evidenziava pregi e difetti di un nuovo “sistema”
A
cquistare alimenti biologi-
ci è il risultato di una scel-
ta consapevole: quella di
prendersi cura di sé, di puntare sul-
la qualità e, al tempo stesso, di ri-
spettare l’ambiente premiando i
metodi di coltivazione più naturali
e tradizionali. Ma siamo sicuri che
i prodotti che acquistiamo sono
davvero biologici? Quanta confu-
sione, sul mercato e nella comuni-
cazione che lo alimenta, fra pro-
dotti denominati “naturali”, “bio-
logici”, “leggeri” e così via.
Già nel 2005 “I tuoi diritti in diret-
ta” – l’approfondimento radiofoni-
co di InformaConsumatori – aveva
affrontato la questione cercando di
fare chiarezza e di fornire informa-
zioni pratiche ai consumatori. Og-
gi, a distanza di tre anni, che cosa è
cambiato? Poco, diremmo. Anche
se qualcosa si muove. Con passi
lenti e pensanti, ma si muove.
Che cosa è biologico
e chi lo stabilisce
Sono biologici gli alimenti coltiva-
ti nel pieno rispetto dell’ambiente,
senza utilizzo di pesticidi né conci-
mi chimici di sintesi né sementi
geneticamente manipolate (OGM).
In Italia esistono attualmente 16
organismi di controllo (ai quali si
aggiungono quattro organismi te-
deschi che possono operare solo
nella provincia autonoma di Bolza-
no), incaricati dal ministero delle
Politiche Agricole di accertare che
le aziende produttrici, trasformatri-
ci ed importatrici seguano i detta-
mi dell’agricoltura biologica, a ga-
ranzia del consumatore. I controlli
consistono in visite di ispezione al-
le aziende e in prelievi di campio-
ne da analizzare, alla ricerca di
eventuali residui di sostanze non
consentite.
“Il biologico fa riferimento a un re-
golamento dell’Unione europea –
spiega Giorgio Ferrero, presidente
della Coldiretti Piemonte – Quan-
do compriamo un prodotto biologi-
co, questo deve avere un’etichetta
che lo definisce come tale. Il mar-
chio garantisce che il prodotto è
stato controllato in fase di coltiva-
zione fino alla distribuzione da un
ente terzo che lo certifica”.
La qualità vale
la spesa?
Ma è possibile che un prodotto
venga definito biologico e poi, in
realtà, non lo sia? Forse è proprio
questa la causa dello scetticismo
che ancora condiziona l’atteggia-
mento di tanti consumatori nei
confronti del biologico. Purtroppo
gli alimenti coltivati biologica-
mente non possono, al momento,
costare quanto quelli “normali”,
perché richiedono sacrifici e siste-
mi di coltivazione diversi. E cia-
scuno di noi è certamente disposto
a spendere di più, pur di guada-
gnarci in salute e in qualità. Ma la
qualità dev’essere garantita. Che
senso ha, infatti, spendere per lo
stesso alimento una cifra maggiore
senza avere la certezza di ciò che
consumiamo? In effetti, secondo
Coldiretti, il rischio di acquistare
per biologico un prodotto che in
realtà non lo è esiste eccome. “Ma
– precisa il presidente Ferrero – è
lo stesso rischio che corriamo in
qualunque altro settore, quando ac-
quistiamo un prodotto che in realtà
non è conforme alle dichiarazioni
in etichetta. In definitiva, le frodi
sono possibili nel biologico come
in qualsiasi altro campo”.
L’etica del biologico
“Per essere completamente etica –
aggiunge Ferrero – la filosofia del
biologico deve sposare la filosofia
del locale. È opportuno, infatti, ac-
quistare i cosiddetti cibi a chilome-
tri zero, cioè prodotti vicino al luo-
go di consumo. Il biologico, se è
fortemente locale, inquina di me-
no, perché in realtà l’inquinamento
legato alla coltivazione in sé è la
parte minore rispetto a quello che
si crea con i trasporti e la conserva-
zione dei cibi”.
Per avvicinare le famiglie a questo
tipo di consumo operano realtà
specifiche come il Crab (Centro di
riferimento per l’agricoltura biolo-
gica). Il Crab si occupa di speri-
mentazione e divulgazione nel-
l’ambito del biologico e collabora
con l’Università di Torino e vari
settori del ministero dell’Agricol-
tura. Tra i suoi obiettivi vi è la sen-
sibilizzazione della produzione
biologica nelle aziende, dimostran-
do, con la presentazione di innova-
zioni con risvolto applicativo diret-
to, che è possibile unire tecnica e
agricoltura biologica. Allo stesso
modo cerca di avvicinare i consu-
matori ai prodotti biologici.
Il cibo che
davvero ci serve
Molto interessante, al riguardo, il
progetto “Adotta il bio”, che fa in-
contrare consumatori e agricoltori
biologici. “In questi incontri – spie-
ga Massimo Pinna, del Crab – si
stabilisce quali sono i prodotti che
possono essere coltivati dall’agri-
coltore e i bisogni della singola fa-
miglia, dopo di che la famiglia stes-
sa dà un anticipo al coltivatore af-
finché produca per lei gli alimenti
richiesti. E una volta alla settimana
l’agricoltore le consegna i prodotti.
Il risultato è la certezza di cibo fre-
sco, biologico e a filiera corta”.
Attualmente in Italia abbiamo circa
un milione di ettari coltivati a bio-
logico e 60 mila aziende che lavo-
rano in questo settore. Si attende
ora il 2009 – quando in Italia entre-
rà in vigore la nuova direttiva euro-
pea emanata lo scorso anno – per
conoscere con precisione le nuove
agevolazioni verso le aziende agri-
cole che si impegneranno per il bio-
logico e le ulteriori garanzie a tute-
la dei consumatori. Come sempre,
saremo pronti a fornirvi tutte le in-
formazioni che potranno esservi
utili ad effettuare la scelta migliore.
Stefania Durbano
TORINO
sabato alle 11:10
TORINO
venerdì alle 13:45
TORINO l
unedì alle 07:30
TORINO
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La trasmissione
“ I tuoi diritti in diretta”
va in
onda
ogni settimana
su
Che cosa è cambiato
2005
• Non esiste un organismo di controllo
pubblico, ma 16 organismi privati che
rilasciano la dichiarazione di biologico.
• I costi dei prodotti sono molto elevati.
2008
• Nessuna novità nelle procedure di
controllo: rimangono i 16 organismi privati.
Ma si attende con fiducia il 2009, con
l’entrata in vigore del regolamento europeo
che stabilirà nuove modalità di etichettatura,
controlli rigorosi e agevolazioni ai coltivatori.
• I costi dei prodotti sono leggermente
diminuiti, ma sempre nettamente superiori al
non biologico.
Mangiare bio? Ci piacerebbe
Gli alimenti biologici occupano sempre maggiore
spazio nei supermercati. Ma chi ci garantisce che ad
un prezzo maggiore corrisponda un’effettiva qualità?
Nuove norme in arrivo nel 2009
Occhio all’etichetta
Sui prodotti biologici certificati
dev’essere riportata la scritta
“Da agricoltura biologica” seguita
da: nome (e facoltativamente il
logo) dell’organismo che esegue
il controllo, con il suo numero
di autorizzazione ministeriale e
il suo codice; codice del produttore;
numero di autorizzazione e
stampa dell’etichetta.
Non meno del 95%!
Ricordate che, nel caso di
prodotti con più ingredienti,
per poter utilizzare la
dicitura “Da agricoltura
biologica” occorre che
almeno il 95% di essi siano
biologici certificati. Nel caso
di prodotto ad unico
ingrediente, questo deve
essere biologico al 100%.
Meglio in cascina
Se potete, acquistate gli
alimenti biologici in aziende
agricole vicino a casa.
Avrete così maggiore
garanzia sia della
freschezza del cibo che
dell’affidabilità del
produttore, evitando anche
il lievitare del prezzo legato
al costo del trasporto.
Qualche consiglio
Il cibo proveniente da agricoltura
biologica è reperibile ormai in
moltissimi punti vendita: dal
supermercato al piccolo negozio,
o direttamente presso l’azienda
agricola. Ecco alcuni consigli per
scegliere bene